I sindacalisti contestano la nota della Regione Lazio sulle Rsa: «No a esternalizzazioni e a eventuali ricollocazioni. Così pagano solo i lavoratori»
La nota emessa questa mattina dalla Regione Lazio sulle Rsa e sulla sanità privata provoca una pesante reazione della UGL. «Non si può giocare impunemente sulla pelle dei lavoratori» sottolineano il Segretario Nazionale della UGL Sanità Gianluca Giuliano e il Segretario della UGL Lazio Armando Valiani, nel commentare la ricetta proposta dall’Ente Istituzionale in un comunicato odierno che sembrerebbe palesemente indirizzato alla vertenza che coinvolge il San Raffaele Rocca di Papa. «Da mesi – proseguono i sindacalisti – abbiamo denunciato il rischio occupazionale che grava sui circa 160 lavoratori della struttura dei Castelli Romani per l’avvio della procedura di revoca dell’accreditamento e le vessazioni per coloro che sono stati costretti a usufruire del proprio monte ferie o addirittura collocati in aspettativa non retribuita per far fronte al blocco dei ricoveri e al calo delle prestazioni. A pagare sono così sempre gli stessi: i lavoratori, schiacciati loro malgrado in ossequio a interessi politici e aziendali. Nel comunicato si parla tra l’altro di soluzioni da ricercare in eventuali ricollocazioni facendo ricorso anche a esternalizzazioni. Si vuole aprire ancora di più la discussa strada sull’utilizzo delle cooperative? Nulla di nuovo sotto al sole quindi: precarietà e diritti calpestati rischiano di schiacciare i lavoratori che non hanno esitato a dare con professionalità il loro contributo nella lotta al Covid-19».
Giuliano e Valiani attaccano ancora: «La Regione Lazio, evidentemente distratta da altre cose, deve rispondere a queste domande. Quando darà seguito alla convocazione di audizione su questi gravissimi temi annunciata dal consigliere della maggioranza Lena alla delegazione della UGL Sanità durante il nostro presidio a Via della Pisana? Inoltre ci informi dettagliatamente sui costi sostenuti per i Centri Covid privati e perché non si siano dirottate tali risorse su strutture pubbliche come il Forlanini, il cui abbandono è ormai simbolo dello sfascio della sanità regionale». Giuliano e Valiani poi concludono: «Siamo firmatari dei contratti del comparto privato, rappresentiamo la voce di tanti operatori stanchi di inciuci generati da strategie di convenienza che non ci appartengono. Chiediamo che non si giochi sulla pelle di questi lavoratori. La nostra mobilitazione per ora non si ferma e siamo pronti a sostenere questa battaglia per l’occupazione e la salvaguardia dei diritti applicando ogni forma di protesta, stanchi di promesse e parole delle istituzioni che per ora tali sono restate».