La senatrice chiede ai ministri competenti «quali ragioni abbiano spinto a rinunciare a questa dotazione di personale in strutture che operano sempre sotto organico con conseguente burn out»
Prorogare e stabilizzare i 1500 operatori sociosanitari che hanno prestato servizio durante il Covid presso le Residenze sanitarie assistenziali per anziani e disabili, le case di riposo e i penitenziari, grazie a un’ordinanza di Protezione civile di aprile 2020. È quanto chiede con un’interrogazione ai ministri della Giustizia e della Salute la senatrice del Pd Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione Sanità.
«Con ordinanza di Protezione civile 665 del 22 aprile 2020 – spiega Paola Boldrini – è stata istituita un’unità sociosanitaria composta da 1500 operatori sociosanitari, di cui 500 presso le residenze sanitarie assistenziali (RSA) per anziani e per disabili e le case di riposo e 1.000 presso istituti penitenziari. La loro assunzione è stata prorogata poi fino al 31 maggio 2022, ma allo scadere di questo ulteriore termine il servizio, così importante durante la pandemia, è stato interrotto. Per questo chiediamo ai ministri competenti quali ragioni abbiano spinto a rinunciare a questa dotazione di personale in strutture che operano sempre sotto organico con conseguente burn out da superlavoro durante l’emergenza Covid. Noi crediamo che i problemi di assistenza di Rsa, penitenziari e case di riposo non siano diminuiti, anzi e per questo chiediamo ai ministri di prorogare il servizio e di pensare alla stabilizzazione».