«Negli ultimi due anni i costi dell’energia elettrica delle strutture sanitarie e socio-sanitarie sono aumentati di circa 3 volte e quelli del gas di 4,7 volte. Un trend insostenibile» sottolinea Barbara Cittadini, presidente Aiop
«Il caro bollette pone a rischio il diritto alla salute delle persone, che non potranno più fare affidamento sul welfare finora garantito dal Servizio Sanitario Nazionale. È ormai improcrastinabile un intervento forte e deciso da parte del Governo Meloni, che si è già detto pronto ad intervenire nella legge di Bilancio, stanziando risorse significative e prevedendo misure efficaci contro l’aumento indiscriminato e speculativo di gas ed energia elettrica». È quanto dichiara Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, che invita il Governo Meloni ad agire tempestivamente per evitare conseguenze disastrose per il SSN e le prestazioni garantite alla popolazione.
«La componente di diritto privato del SSN – continua la presidente di Aiop – rispetto al solo settore ospedaliero contribuisce all’erogazione di oltre il 28% delle prestazioni sanitarie. Le nostre strutture, pur essendo, di fatto, energivore e gasivore, non sono incluse tra quelle ascrivibili a questa categoria, nonostante l’elevatissimo impiego di energia. Il caro bollette rischia di compromettere il nostro lavoro quotidiano: le sale operatorie, il condizionamento degli ambienti, i gruppi elettrogeni, le operazioni di sterilizzazione e disinfezione dei macchinari e delle attrezzature, l’utilizzo delle apparecchiature come tac, risonanze magnetiche e pet, l’erogazione della radioterapia e il funzionamento dei macchinari, sono tutte attività che richiedono un impegno quotidiano, con l’esigenza di mantenere un microclima costante h24, 7 giorni su 7».
«Negli ultimi due anni i costi dell’energia elettrica delle strutture sanitarie e socio-sanitarie sono aumentati di circa 3 volte e quelli del gas di 4,7 volte. Un trend insostenibile, che ha evidenti ripercussioni sul SSN in termini di inefficienza. Non si può più aspettare, né tantomeno considerare il diritto alla salute un diritto secondario o da porre ai margini dell’agenda politica», conclude Cittadini.