Secondo la presidente Aiop «il tetto di spesa introdotto con la Spending review del 2012 oltre a penalizzare il ruolo e il valore delle strutture sanitarie di diritto privato, ha depotenziato la programmazione delle Regioni e impoverito l’offerta sanitaria del SSN»
«Registriamo la volontà espressa dal ministro della Salute, Roberto Speranza, di superare al più presto un modello di programmazione della spesa sanitaria che è stato costruito negli anni con silos chiusi e tetti di spesa. Si tratta di un impegno importante, fondamentale per assicurare all’Italia un Servizio Sanitario Nazionale moderno, efficace, tecnologicamente avanzato, digitalizzato e presente su tutto il territorio in maniera capillare, con personale qualificato. È doveroso intervenire sui tetti di spesa per il personale, ma auspichiamo interventi concreti anche sui tetti relativi all’acquisto di prestazioni di assistenza ambulatoriale e ospedaliera dalla componente di diritto privato del SSN». Così Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, commenta le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto nel corso di un evento organizzato dalla Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere.
«Per decenni non si è investito in sanità con gravi limitazioni nell’assistenza e nell’offerta dei servizi e delle prestazioni, acuendo fenomeni drammatici quali le liste di attesa che, sovente, inducono la popolazione a rinunciare alle cure, oppure a intraprendere percorsi di mobilità sanitaria non fisiologica, verso territori maggiormente efficienti» sottolinea Cittadini, che ribadisce come «per tali ragioni, un approccio che prevede solo tagli lineari, spesa a silos e blocco delle risorse, non è più accettabile».
Secondo la presidente Aiop, «il tetto di spesa introdotto con la Spending review del 2012 – tema al centro del convegno nazionale dell’Associazione, che si è tenuto nei giorni scorsi a Bologna – oltre a penalizzare il ruolo e il valore delle strutture sanitarie di diritto privato, ha depotenziato la programmazione delle Regioni e impoverito l’offerta sanitaria del SSN. È necessario- prosegue – superare, nello specifico, l’articolo 15, comma 14 del Dl 95/2012, una norma che limita, sine die, l’acquisto di prestazioni sanitarie al valore della spesa consuntivata nell’anno 2011. Le strutture di diritto privato hanno dimostrato di essere indispensabili alla stessa tenuta del SSN: si tratta di non limitarne più le potenzialità, attraverso scelte di politica sanitaria lungimiranti e coraggiose» conclude Cittadini.