Il corso promosso dall’Associazione Scientifica per la Sanità digitale e dalla Società Italiana di Medicina Diagnostica e Terapeutica. Tra i relatori Federico Gelli (Federsanità ANCI) e Massimo Casciello, Direttore Generale della Vigilanza sugli Enti e della Sicurezza delle cure del Ministero della Salute Massimo Casciello. «Dall’analisi dei dati raccolti nelle diverse survey sulle competenze digitali in Sanità realizzate dall’ASSD – segnala Gregorio Cosentino, Presidente ASSD – emerge la sempre più diffusa consapevolezza che vadano sviluppate le competenze digitali per favorire la diffusione della Sanità Digitale, per rendere più efficace ed efficiente la Sanità italiana»
«Sanità Digitale quale strumento per la prevenzione del rischio clinico». È questo il titolo di un evento che avrà luogo il prossimo 26 marzo all’Ospedale Careggi di Firenze (Padiglione 3 Didattica, aula Magna, ore 13).
La rivoluzione digitale ormai sta cambiando tutti gli ambiti della nostra vita. La salute e la sanità non fanno eccezione: i cambiamenti ormai arrivano sin dentro le sale operatorie. Tra le tante applicazioni della tecnologia digitale, ci sono le soluzioni per la gestione dei processi e dei rischi correlati. A supporto della gestione del rischio clinico, tecniche gestionali come la “Lean” risultano un valido strumento proattivo.
In ottica di aumento dell’appropriatezza sono ora a disposizione applicazioni come il Clinical Decision Support System (CDSS), che consentono di eliminare gli sprechi dovuti a richieste inappropriate che possono causare anche decisioni clinico/terapeutiche non corrette. Il Rischio Clinico quindi, grazie all’impiego sia di strumenti gestionali provenienti dal mondo industriale, che soluzioni provenienti dal mondo digitale, si evolve in una nuova versione che potremmo definire il Risk Management 4.0.
L’evento è promosso dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi – Settore Formazione, in collaborazione con ASSD – Associazione Scientifica per la Sanità digitale e SIMEDET, Società Italiana di Medicina Diagnostica e Terapeutica.
I lavori saranno aperti dal Direttore Generale della Vigilanza sugli Enti e della Sicurezza delle cure del Ministero della Salute Massimo Casciello con la lettura magistrale ” Il governo dei fenomeni complessi il ruolo delle amministrazioni e delle nuove tecnologie”.
Confermata la partecipazione di Federico Gelli , relatore della Legge n. 24 del 2017 Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonchè in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, che farà il punto dello stato dell’arte dell’applicazione della legge che porta il suo nome, Riccardo Tartaglia, Direttore del Centro Gestione Rischio Clinico e sicurezza del paziente della Regione Toscana, tratterà il tema dello stato dell’arte del Risk Management. Tra i relatori presenti come Alessia Cabrini Presidente Nazionale dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico (ANTEL), Gaetana Cognetti della Biblioteca Digitale dell’IFO Regina Elena Roma, Corrado Giustozzi esponente internazionale delle sicurezza informatica , Carlo Mochi Sismondi Presidente Forum P.A. , Roberto Virgili Presidente Sitap e Coordinatore Tecnico dell’Anatomia Patologica del Campus Biomedico di Roma, Piergiorgio Annichiarico di AISIS Sistemi informativi in Sanità.
«È importante la giornata formativa del Careggi che vede coinvolti i principali soggetti istituzionali e le Associazioni Tecnico Scientifiche impegnate nella promozione delle buone pratiche clinico assistenziali e formative per la gestione e riduzione del rischio clinico – sottolinea Fernando Capuano, Presidente Nazionale della SIMEDET – La sicurezza, la qualità e il miglioramento delle cure, delle prestazioni tecnico diagnostiche, della riabilitazione e assistenziali fanno parte ormai del dna formativo di tutti i cosiddetti “esercenti le Professioni Sanitarie”. Occorre investire e programmare nello sviluppo delle competenze digitali non solo dei professionisti della salute ma anche dei pazienti che potranno avere un accesso facilitato alle prenotazioni degli esami, delle prestazioni e nella gestione delle patologie croniche quali il diabete, la terapia anticoagulante e lo scompenso cardiaco. Nel dossier formativo individuale e di gruppo previsto dal sistema ECM sicuramente le competenze in sanità digitale devono essere annoverate negli obiettivi tecnico-professionali e di sistema».
«In futuro, nove posti di lavoro su dieci richiederanno competenze digitali – continua Capuano – Allo stesso tempo, 169 milioni di europei tra i 16 e i 74 anni (44%) non hanno competenze digitali di base. La domanda di specialisti in tecnologie dell’informazione e della comunicazione sta crescendo rapidamente. Siccome risulta basso il coinvolgimento del personale sanitario nei progetti di informatizzazione occorre che le Direzioni Aziendali pubbliche e private abbiano una maggiore consapevolezza dell’impiego della digitalizzazione nel processo di diagnosi e cura, per utilità gestionali o formative. La Simedet con la sua mission multidisciplinare e interprofessionale assicurerà il suo contributo scientifico e valoriale per lo sviluppo delle competenze digitali nell’ambito delle Professioni Sanitarie e dei cittadini-utenti i quali saranno partecipi delle scelte terapeutiche».
«Negli ultimi anni – sottolinea Maria Erminia Macera Mascitelli, Responsabile Scientifico dell’evento – abbiamo assistito ad una rapida evoluzione tecnica e tecnologica, segnata anche dal progresso scientifico e dalle scoperte ed invenzioni sempre più rivoluzionarie in campo dell’informatica, che ha coinvolto diversi settori e tra questi anche la Sanità che si distingue fra tutti in quanto opera in un contesto di primaria importanza: la nostra Salute. I nuovi professionisti devono essere in grado di affrontare una nuova sfida che ricomprende il cambiamento culturale, la conoscenza delle tecnologie, il governo degli strumenti, l’aggiornamento dei comportamenti, la conservazione dei valori a tutela della persona».
«Deriva da tutto ciò – continua Mascitelli – un profondo e complesso processo di rinnovamento del mondo sanitario dove tutte le figure professionali coinvolte devono assumere, il nuovo Professionista non si limita ad eseguire delle operazioni, ma rileva i bisogni di salute dei singoli individui, progetta e sceglie gli interventi correttivi, assume decisioni tempestive nei campi di propria pertinenza e competenza e riveste in essi piena responsabilità. Occorre pertanto una preparazione rinnovata tale da permettere di inserire le conoscenze scientifiche nel quotidiano operare. I nuovi sistemi di formazione e comunicazione, avvengono in rete attraverso l’interazione dei partecipanti in una vera e propria comunità di apprendimento che favorisce sia il superamento dell’isolamento del singolo che la valorizzazione dei suoi rapporti con il gruppo. Pertanto è fondamentale investire per aumentare il know-how informatico e tecnologico nelle Professioni Sanitarie, sviluppare una nuova mentalità tale da rendere semplice la costante le acquisizione di nuove tecnologie, la Rete è un valore strategico della conoscenza in una società che qualifica l’informazione come risorsa. Dobbiamo pensare ed agire in modo qualitativamente nuovo, attraverso un modello di comunicazione efficace, trasparente e costruttivo in ogni tipo di relazione e partecipazione professionale e sociale. E’ auspicabile che tutte le professioni sanitarie predispongano un piano strategico ed unitario per l’aggiornamento, la formazione continua e la certificazione delle competenze digitali in Sanità che devono far parte del proprio dossier formativo previsto dalla normativa nazione ECM».
«Oggi le Direzioni Aziendali mostrano maggiore consapevolezza del ruolo delle tecnologie per migliorare i processi e abilitare nuovi modelli di cura legati anche al progressivo aumento della durata media di vita ,al ricorso a risorse di cura molto diverse per intensità, tipo e durata degli interventi, ai frequenti passaggi territorio-ospedale-territorio – spiega Simona Carli, Responsabile Scientifico e Responsabile Unità Operativa Formazione AUOC – L’informatica, ha una grande capacità di memorizzare molti dati e ad elaborarli con grande velocità e le tecnologie digitali, permettono di memorizzare, una mole enorme di dati e di estrarne conoscenza per produrre, immagazzinare, elaborare sempre più velocemente quantità sempre più crescenti di dati strutturati e destrutturati, e trarne informazioni di valore anche in ambito sanitario.
«Anche per l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi – continua Carli – la sanità digitale rientra tra gli obiettivi strategici di innovazione a livello nazionale come indicato nel documento “Strategia per la Crescita digitale 2014-2020”, nel quale sono elencate alcune delle iniziative avviate dal Ministero della Salute già dal 2008, al fine di pianificare, gestire e controllare le attività. Grazie alla sanità digitale è possibile incrementare il livello di appropriatezza delle risposte fornite ai bisogni di salute dei cittadini, migliorare la qualità, l’efficacia e l’efficienza dei processi clinico-sanitari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, rendendo disponibile la storia clinica del paziente sia per una migliore gestione dell’emergenza/urgenza, che per la continuità delle cure., e grazie allo scambio di conoscenze, esperienze ed opinioni, ne traggono benefici tutti gli operatori sanitari in termini di sviluppo professionale, e permette anche al cittadino di esercitare un ruolo attivo e di mettere in atto comportamenti favorevoli nella gestione della propria salute e del proprio benessere. È necessario investire nella sanità digitale attraverso lo sviluppo di una cultura del fare e trasformare, la formazione del personale e del cittadino, l’approccio politico e manageriale, lo sviluppo di standard e soluzioni innovative, i finanziamenti per l’innovazione, … – che facilitino l’adozione e la diffusione delle tecnologie, migliorando in termini di efficacia ed efficienza i processi sociosanitari. Nel contesto della Sanità Digitale, si rende necessario sviluppare un programma che promuova la cultura della sanità elettronica, con programmi di formazione specifici da attuarsi all’interno del sistema di Educazione Continua in Medicina ECM, il processo attraverso il quale il professionista della salute si mantiene aggiornato per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del Servizio sanitario e al proprio sviluppo professionale e l’evento che oggi l’AOUC sta promovendo riveste questo obiettivo».
«Dall’analisi dei dati raccolti nelle diverse survey sulle competenze digitali in Sanità realizzate dall’ASSD – segnala Gregorio Cosentino, Presidente dell’Associazione Scientifica Sanità Digitale ASSD – emerge la sempre più diffusa consapevolezza che vadano sviluppate le competenze digitali per favorire la diffusione della Sanità Digitale, per rendere più efficace ed efficiente la Sanità italiana. I rispondenti evidenziano, infatti, come l’utilizzo di strumenti digitali possa in particolare migliorare e favorire “la completezza del quadro clinico del paziente” e “la riduzione degli errori clinici”. Purtroppo la formazione e l’aggiornamento continuo sulle competenze relative alla Sanità Digitale risultano ancora insufficienti sia nell’ambito delle nostre Università sia nelle Aziende Sanitarie. È quindi sottolineata la necessità di sviluppare un programma che rapidamente promuova la cultura della sanità elettronica, con programmi di formazione specifici da attuarsi sia nell’ambito del corso di studi universitari e master universitari sia all’interno della Educazione Continua in Medicina (ECM), il processo attraverso il quale il professionista della salute si mantiene aggiornato per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del Servizio sanitario e al proprio sviluppo professionale».