«Il sistema DRG ad oggi risulterebbe privo di circa 4800 codici corrispondenti a tecniche e tipi di interventi, in tutte le branche chirurgiche, che necessitano di essere inseriti nell’elenco» ricorda il deputato M5S Massimo Misiti. Ora Agenas si è impegnata a portare a termine il processo entro la fine del 2021
«La revisione dei DRG (il sistema di retribuzione degli ospedali per le attività di cura), grazie alla volontà del direttore dell’Agenas, il dottor Domenico Mantoan, e al lavoro dei suoi delegati, ha finalmente ripreso una giusta marcia, e con il coinvolgimento del ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, di tre regioni guida e del Collegio Italiano dei Chirurghi, entro la fine di questo anno sarà portato finalmente a termine. Il lavoro è stato eseguito con il contributo del CIC che, dopo aver effettuato un censimento, attraverso le società scientifiche, delle procedure non codificate, ha costituito una commissione dedicata per la disamina e la soluzione dell’annosa problematica». Così in una nota Massimo Misiti, medico e deputato del Movimento 5 stelle.
«All’evoluzione delle metodiche e delle procedure chirurgiche degli ultimi anni – prosegue il deputato pentastellato – non ha fatto seguito la revisione e l’aggiornamento dei DRG. Infatti, il sistema DRG, presentato nel 1994 conta le ultime modifiche dei relativi codici, negli anni 2005 e 2008 e ad oggi risulterebbe privo di circa 4800 codici corrispondenti a tecniche e tipi di interventi, in tutte le branche chirurgiche, che necessitano di essere inseriti nell’elenco. Il progetto it.DRG permetterebbe, con il suo aggiornamento, di essere un sistema integrato e di guida per la riforma del SSN e di supporto al regolamento definito dal DM70 del 2015 e alle modifiche che sono in corso. La mancata revisione dei codici limita e blocca la possibilità ai chirurghi di eseguire interventi innovativi ed essere al pari con i tempi con i colleghi Europei, e non solo».
«I chirurghi italiani sono considerati tra i più bravi al mondo – conclude Misiti – e in alcune specialità chirurgiche con alcune tecniche innovative, conseguenti allo studio e alla manualità di questi medici italiani, che hanno descritto per primi determinate tecniche chirurgiche, si sono avuti dei risultati impensabili con la chirurgia di pochi anni fa. Eppure, oggi, il più grande dei problemi è legato alla lentezza burocratica che non riconosce la codifica di questi interventi tanto che fino ad ora ha impedito, ed in alcuni casi ostacolato, il riconoscimento del loro operato. Entrando nello specifico, è sufficiente osservare, ad esempio, come in ortopedia l’intervento chirurgico in artroscopia in alcune patologie e nelle articolazioni abbia soppiantato la chirurgia a cielo aperto. La burocrazia italiana e la mancanza di aggiornamento dei DRG, non riconoscendo questa metodica a cui i pazienti propendono, pone i chirurghi che l’eseguono, in un teorico contezioso e ad essere perdenti dall’inizio; questo succede anche in chirurgia generale o in chirurgia urologica per tutte quelle metodiche chirurgiche che possono essere eseguite senza o con l’utilizzo del robot. In questo mese di novembre saranno confrontati i dati ottenuti e dopo la verifica da parte dell’AGENAS, sarà effettuato in un incontro con i rappresentanti dei cluster delle società scientifiche, definiti di concerto con il CIC, per la pubblicazione dei risultati».