«Senza medici, infermieri e personale socio-sanitario e senza la formazione le nuove case di comunità sono destinate a restare delle scatole vuote» mette in guardia la presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato
«Dopo un lungo iter arriva al traguardo la riforma dell’assistenza territoriale. Un provvedimento tanto importante quanto atteso, che dovrà ricostruire la nostra sanità tenendo conto dei bisogni dei cittadini e definendo i modelli e gli standard per tutte le regioni». È quanto afferma la presidente della commissione Sanità del Senato, Annamaria Parente (Iv).
«L’assistenza territoriale davanti alla pandemia si è rivelata il vero tallone d’Achille ed è da qui che dobbiamo partire per creare un nuovo sistema sanitario – spiega la senatrice Parente -. Ben venga perciò il decreto del Ministero ma non pensiamo di aver già risolto tutti i problemi. Nonostante ci siano 7,1 miliardi di fondi europei, resta ancora il nodo delle risorse, in particolare di quelle per il personale, su cui serve davvero un maggior impegno. Se non si mette in campo un vero piano di assunzioni non si va da nessuna parte. Senza medici, infermieri e personale socio-sanitario e senza la formazione le nuove case di comunità sono destinate a restare delle scatole vuote. Nel momento in cui poi si comincia a lavorare al nuovo modello di sanità è fondamentale valorizzare e mettere in rete quello che già c’è sul territorio, a partire dai medici di medicina generale , dagli studi associati, dalle cooperative e dalle farmacie di servizio. Bisogna mettere a sistema tutto ciò che già esiste con un obiettivo preciso: creare un continuum assistenziale tra casa, territorio e ospedale e viceversa. Solo così riusciremo finalmente ad alleggerire il peso su ospedali e pronto soccorso e a mettere al centro i bisogni di salute della cittadinanza».