di Carmela De Rango Segretario Nazionale della CIMOP
Sanità privata ai tempi del Covid19, se i complimenti fossero denari, la questione contrattuale con le parti datoriali di Aris e Aiop sarebbe risolta. E invece, in una logica assurda da figli e figliastri, questo comparto, che si è rivelato strategico nella lotta alla pandemia, soffre ancora per una mancata equiparazione diventata ormai insostenibile.
Personale in prima linea, a diretto contatto con il virus, che ha svolto e svolge le medesime funzioni dei colleghi nel pubblico, spesso sottopagato e con il rischio di perdere il posto di lavoro per via di una decisione che ha dell’incredibile: mentre si assiste ad una ricerca di medici da parte della protezione civile, ben 45 aziende private mettono i medici a riposo in FIS o cassa integrazione, medici con un contratto scaduto da 11 anni e con una retribuzione troppo bassa. Una primizia italiana amarissima.
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Il bilancio della sanità privata in questi mesi di emergenza Coronavirus parla di uno status di reale parificazione delle attività svolte rispetto a quella esercitata dai medici dell’ospedalità pubblica. Perché dunque non rivedere la posizione dei medici che operano nella ospedalità privata e riconoscere la parificazione dei titoli di carriera a parità di condizioni di accesso? Per quale ragione incensarli pubblicamente con una mano, ma sottraendo loro con l’altra la possibilità di un giusto e onesto riconoscimento economico?
L’eccesso di retorica a cui stiamo assistendo in questi frangenti, a metà strada tra la drammaticità della Fase 1 e la tanto auspicata Fase 2 di cui però sono ancora ignoti i frutti, è francamente deleteria e a tratti offensiva. Molti di coloro che stanno esercitando un’opera di ammirazione per il tenore del lavoro svolto dalla professione medica, forse non ne conoscono a sufficienza le criticità: questa la ragione per cui servirebbero meno parole e meno prese di posizione al miele ma che, un attimo dopo, si tramutano in gocce di veleno.
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I medici della sanità privata attendono un rinnovo contrattuale da 15 anni, dopo che lo scorso dicembre si era giunti ad un passo dall’accordo con Aris e Aiop. Il capitale umano incarnato dai professionisti della medicina deve essere tenuto al riparo dai continui tentativi di screditamento contrattuale e anche morale.
Dott.ssa Carmela De Rango, Segretario Nazionale CIMOP (Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata)