Una due giorni dedicata a quella che è stata definita “la nuova pandemia”: lo scompenso cardiaco. Una patologia cronica che sfida i sistemi sanitari per l’elevata frequenza di ri-ospedalizzazioni e l’alto assorbimento di risorse e che oggi, grazie anche nuove tecnologie, può essere tele-monitorata. Il 30 novembre e il 1 dicembre, all’Opificio Golinelli di Bologna, […]
Una due giorni dedicata a quella che è stata definita “la nuova pandemia”: lo scompenso cardiaco. Una patologia cronica che sfida i sistemi sanitari per l’elevata frequenza di ri-ospedalizzazioni e l’alto assorbimento di risorse e che oggi, grazie anche nuove tecnologie, può essere tele-monitorata.
Il 30 novembre e il 1 dicembre, all’Opificio Golinelli di Bologna, si terrà il convegno biennale “Scompenso cardiaco 2018”, coordinato dal Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia dell’Ospedale Bellaria di Bologna, Stefano Urbinati.
Lo scompenso cardiaco è la condizione di incapacità del cuore a pompare quantità di sangue adeguate alle necessità dell’organismo, determinando l’accumulo di liquidi (acqua) a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti. Intorno ai 65 anni lo scompenso cardiaco rappresenta la prima causa di ricovero ospedaliero e dopo questa soglia anagrafica, la frequenza raddoppia a ogni decade di età fino ad arrivare a punte anche del dieci per cento circa dopo i settant’anni.
«Vogliamo fare il punto sullo stato di avanzamento delle conoscenze e sui trattamenti raccomandati in un’epoca in cui alle evidenze dei trial si sovrappongono quelle dei registri e dei big data – spiega Urbinati -. Si parlerà dei marcatori, dei test di imaging per raffinare la diagnosi e delle nuove terapie farmacologiche, senza trascurare il ruolo della cardiochirurgia, dell’assistenza meccanica e del trapianto».
Si affronterà inoltre il tema dell’e-health che consente tramite smartphone il tele-monitoraggio dei pazienti affetti da scompenso cardiaco: con una “App” è possibile infatti registrare, trasmettere, archiviare e interpretare i parametri cardiocircolatori (segnali ECG, frequenza cardiaca, pressione arteriosa, saturazione di ossigeno) e immagini diagnostiche (ecocardiografia, tomografia computerizzata, risonanza magnetica cardiaca, medicina nucleare, angiografia coronarica).
Una delle armi contro lo scompenso cardiaco è la prevenzione che oggi passa anche dai social network, strumento che può contribuire efficacemente a potenziare la diffusione delle campagne informative incentrate sull’adozione di uno stile di vita sano (smettere di fumare, praticare regolare attività fisica, monitorare costantemente la pressione arteriosa, limitare l’uso di caffeina e alcol, riservare al sonno e al riposo un numero adeguato di ore).
«Per arginare gli effetti di questa pandemia, a tutti i livelli, e garantire un’assistenza efficace ed equa – conclude Urbinati – è necessario disporre di un’organizzazione efficiente e moderna che favorisca l’integrazione interdisciplinare».