«La TAC a basso dosaggio rappresenta una promettente strategia salvavita» secondo gli esperti consultati dalla FAVO, Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia. «Un intervento di diagnosi precoce del carcinoma polmonare con LDTC nei forti fumatori può ottenere una riduzione della mortalità per cancro polmonare compresa tra il 20% e il 39%» sottolinea Francesco De Lorenzo, presidente della European Cancer Patient Coalition
Lo scorso 10 novembre, l’eurodeputato Cristian-Silviu BUŞOI, Presidente della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia ha presieduto presso il Parlamento europeo la riunione dell’intergruppo Challenge Cancer: “Verso il rafforzamento dello screening del cancro al polmone in Europa“, organizzata in collaborazione con la European Cancer Patient Coalition (ECPC). Numerosi e illustri eurodeputati di diversi gruppi politici hanno partecipato all’incontro e hanno espresso le loro opinioni sul futuro dello screening del cancro al polmone in Europa.
Si è trattato di una discussione approfondita a porte chiuse sulla Raccomandazione del Consiglio sullo screening dei tumori che propone un nuovo approccio per aiutare gli Stati membri ad aumentare la diffusione dello screening dei tumori, pubblicata dalla Commissione europea il 20 settembre. «La ragione per la quale come European Cancer patient coalition abbiamo ritenuto di dover organizzare un momento di confronto con gli eurodeputati – dichiara il Prof. Franco De Lorenzo, Presidente di ECPC– nasce dal fatto che nella bozza discussa dai working group del Consiglio dei ministri europei si afferma che le evidenze a favore della TAC a basso dosaggio siano solo preliminari, quando invece esistono i risultati a lungo termine di tre studi randomizzati condotti negli USA, in Europa e in Italia (NLST, NELSON, MILD), hanno dimostrato che un intervento di diagnosi precoce del carcinoma polmonare con LDTC nei forti fumatori può ottenere una riduzione della mortalità per cancro polmonare compresa tra il 20% e il 39%, secondo la durata dell’intervento. In particolare, è stato dimostrato che tale intervento può ridurre significativamente la mortalità per tumore polmonare dell’8-26% per gli uomini e del 26- 61% nelle donne».
In questo contesto, gli esperti invitati, il Dr. Ugo Pastorino, Direttore della Chirurgia Toracica della Fondazione IRCCS-Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e il Prof. Giorgio Vittorio Scagliotti, Professore di Oncologia Medica presso l’Università di Torino, hanno messo a disposizione la loro esperienza e professionalità per far luce sugli aspetti medici della Raccomandazione del Consiglio e sul suo impatto sulla diagnosi precoce, sulla cura del cancro e sul carico di lavoro del cancro.
«La TAC a basso dosaggio rappresenta una promettente strategia salvavita – ha affermato Giorgio Vittorio Scagliotti – ma ad oggi non rientra nella pratica clinica e nei programmi di prevenzione secondaria rimborsati dal servizio sanitario nazionale. Si stima che la popolazione candidabile a screening polmonare con TAC a bassa dose, sia compresa tra 600mila e 800mila cittadini nel nostro Paese. È necessario promuovere un cambiamento culturale nell’opinione pubblica, nei decisori e nelle Istituzioni sensibilizzandoli sulla necessità di implementare lo screening per questa patologia».
Questo incontro ha rappresentato un’opportunità per esplorare alcune delle questioni critiche emerse dalla revisione della bozza di Raccomandazione del Consiglio. In particolare, il testo rivisto non riserva la dovuta importanza alla tomografia a basso dosaggio per lo screening del tumore del polmone, quando invece diversi studi ne confermano la grande utilità. Inoltre, non è sufficientemente chiaro sulla necessità di implementare lo screening del cancro al polmone in modo graduale, includendo, tra gli altri fattori, i criteri di eleggibilità, limitando così la sua portata. «Lo screening del tumore del polmone può evitare ogni anno, in Italia, oltre 5000 decessi. Con la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio (Low-Dose Computed Tomography, LDCT) è possibile aumentare il numero delle diagnosi in fase precoce dall’attuale 25% fino al 60%, consentendo di candidare i pazienti ad intervento chirurgico meno invasivo e al trattamento con farmaci innovativi, aumentando le probabilità di guarigione», ha detto Ugo Pastorino. «La TAC a basso dosaggio è lo strumento più idoneo per la diagnosi precoce: è efficace nell’individuazione di lesioni di piccole dimensioni, è di facile e rapida esecuzione (30 secondi), non è invasiva e non richiede l’utilizzo del mezzo di contrasto. Grazie ad essa, è possibile individuare tumori molto piccoli, trattabili con chirurgia mini-invasiva e personalizzata, assicurando al paziente un recupero funzionale rapido e una dimissione precoce».
Trascurare le prove scientifiche già esistenti sui benefici dello screening precoce e lasciare che siano solo gli Stati membri a valutare la necessità dello screening dei tumori a livello nazionale, in base alle loro risorse e capacità, porta alla mancata attuazione delle raccomandazioni del Piano europeo contro il cancro sullo screening dei tumori e accentuerà ulteriormente le disuguaglianze nell’accesso alle cure oncologiche in Europa.
L’eurodeputato Cristian Busoi, in qualità di presidente dell’intergruppo Challenge Cancer, ha inviato al Consiglio dell’UE e alla Commissione una lettera di dichiarazione contenente raccomandazioni concrete, in vista della proposta finale che sarà adottata nella riunione del Consiglio sugli affari relative all’occupazione, alla politica sociale, alla salute e ai consumatori (EPSCO) del 9 dicembre 2022.
I deputati hanno proposto misure concrete per garantire una riduzione dell’onere del cancro ai polmoni:
– Includere una sezione a sé stante sullo screening del tumore al polmone, con un esplicito riconoscimento della consolidata base di evidenze;
– chiarire l’approccio “graduale” proposto per l’attuazione dello screening del tumore al polmone, assicurando che le evidenze e gli insegnamenti tratti dalle attività di attuazione dello screening del tumore al polmone in tutta Europa siano sfruttati per i nuovi programmi;
– Includere un periodo di revisione più ambizioso per lo screening del cancro del polmone rispetto ai 3 anni prima dell’adozione, e successivamente ogni 4 anni, in quanto le evidenze esistenti per lo screening del cancro del polmone e le evidenze di implementazione dei programmi e dei progetti pilota dovrebbero supportare un’implementazione più rapida. La dichiarazione allegata è stata sottoscritta da 50 eurodeputati.