Presidio simultaneo all’esterno delle sedi regionali Rai e della sede centrale di viale Mazzini. Il presidente dell’associazione Erich Grimaldi: «Non vi è stata alcuna copertura mediatica da parte delle trasmissioni Rai nazionali, tg ed approfondimenti, sull’attività del nostro gruppo o sulle cure domiciliari in generale»
Circa duemila persone aderenti all’Unione per le Cure e i Diritti e le Libertà, associazione di cittadini a supporto del Comitato Cura Domiciliare Covid 19, hanno preso parte ieri, a partire dalle ore 18, ad un presidio simultaneo all’esterno delle sedi regionali Rai. A Roma, in particolare, oltre duecento coloro che hanno accompagnato il presidente dell’associazione Erich Grimaldi in viale Mazzini, dove una lettera già anticipata via posta certificata è stata consegnata alla presidenza Rai, per chiedere conto dell’omessa trattazione del tema delle cure domiciliari precoci da parte della televisione pubblica. In diverse delle sedi regionali capi redattore e giornalisti hanno raggiunto i referenti dell’associazione, per comprendere il motivo del presidio ed intervistare loro e i rappresentanti dell’associazione e del Comitato Cura Domiciliare Covid-19. «Un segnale che ci lascia ben sperare sul futuro», ha dichiarato Erich Grimaldi, «perché il servizio pubblico, proprio nella sua declinazione naturale, dovrebbe garantire la libera informazione e raccontare agli italiani ogni singolo aspetto rilevante, e certamente il lavoro dei medici del nostro gruppo lo è stato e continua ad esserlo».
Nonostante i ripetuti inviti e comunicati stampa inviati dal Comitato Cura Domiciliare Covid-19 infatti, al netto di mezzo milione di iscritti al gruppo Facebook di supporto, «non vi è stata alcuna copertura mediatica da parte delle trasmissioni Rai nazionali, tg ed approfondimenti, sull’attività del nostro gruppo o sulle cure domiciliari in generale», ha proseguito Grimaldi, «così come sul dialogo tra il nostro Comitato e le istituzioni, sull’incontro con il sottosegretario Sileri, sul voto dell’8 aprile scorso con cui il Senato ha chiesto al Governo l’impegno per l’avvio di un tavolo di lavoro con i nostri medici e neppure», ha aggiunto il presidente, «rispetto a tutte le battaglie in Tribunale che abbiamo portato avanti e vinto, rispetto alle stesse cure». Inoltre, «quando si è parlato delle nuove linee guida licenziate dal Ministero della Salute, perché non è stato fatto cenno sempre del voto del Senato?». Infine, ha concluso l’avvocato Grimaldi, «anche rispetto alla vaccino vigilanza attiva e passiva la televisione pubblica non sta dando alcuna indicazione, fondamentale per la ricerca volta a migliorare la stessa campagna vaccinale, così come sul consenso informato che andrebbe spiegato ai cittadini tralasciando l’omessa informazione sulle oltre 15 mila persone che hanno partecipato alle nostre conferenze nazionali a Milano e Roma».
«Assistere in contemporanea e in diretta alla presenza di cittadini desiderosi di chiedere più informazione davanti alle redazioni della televisione pubblica è un dato da ricordare», ha sottolineato Valentina Rigano, portavoce del Comitato, «da giornalista reputo fondamentale l’approfondimento e l’ascolto, prima ancora del confronto e dell’eventuale dissenso, a maggior ragione dalla TV di Stato».
Migliaia le firme raccolte per chiedere alla presidenza Rai di parlare delle cure domiciliari, a seguito dei presidi di ieri. «Chiediamo di essere ascoltati, e l’apporto dei nostri medici dovrebbe essere interesse di tutti», ha concluso Grimaldi.