Il presidente degli Assistenti sociali: «Chi si occupa delle marginalità è a rischio. Appello al Parlamento»
In questa fase di ridefinizione di un governo nazionale, molti enti locali sono in condizioni economiche difficili e non sono in grado di predisporre né un bilancio né il rinnovo dei contratti a termine. La situazione comporta una generale incertezza e soprattutto danneggia la continuità dei servizi essenziali.
«In particolare, siamo di fronte al paradosso che tutto il personale che si occupa di contrasto alla povertà, di esclusione e di Reddito di Cittadinanza assunto a tempo determinato sul PON già oggi sta perdendo il lavoro perché o contratti stanno scadendo o non vengono rinnovati – spiega Gianmario Gazzi, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali – . Personale qualificato: assistenti sociali, educatori, psicologi e amministrativi che andranno a rinforzare non le famiglie, ma le file al centro per l’impiego».
«Il paradosso – continua – è quello per cui nelle zone a maggior tasso di povertà e di assenza di servizi sono già stati fatti scadere i contratti. Centinaia di famiglie e quindi migliaia di persone che non avranno più nessun riferimento. I contratti vanno prorogati non solo per la dignità di chi da anni è precario, ma soprattutto per tutte le persone che oggi – e ancor più domani – sono in povertà o a rischio di marginalità. Chiediamo al Parlamento – conclude – a maggioranza e opposizione, di non permettere che una situazione già grave diventi esplosiva».