Con nota protocollo U0517817 del 11.06.2021 la Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio ha sospeso la somministrazione del vaccino Vaxevria, comunemente noto come Astra-Zeneca «in attesa degli imminenti pronunciamenti delle istituzioni e degli Enti Regolatori competenti circa possibile limitazioni di uso». «La Cisl Medici Lazio plaude alla iniziativa – si legge nella nota – peraltro […]
Con nota protocollo U0517817 del 11.06.2021 la Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio ha sospeso la somministrazione del vaccino Vaxevria, comunemente noto come Astra-Zeneca «in attesa degli imminenti pronunciamenti delle istituzioni e degli Enti Regolatori competenti circa possibile limitazioni di uso».
«La Cisl Medici Lazio plaude alla iniziativa – si legge nella nota – peraltro doverosa alla luce delle drammatiche notizie delle ultime ore. Abbiamo assistito all’allargarsi ed al restringersi delle indicazioni sulle fasce di età. Abbiamo assistito agli open day con il coinvolgimento dei giovani attirati dalla possibilità di riconquistare una libertà col certificato vaccinale. Abbiamo assistito al tentativo di ricomprendere tra i candidati alla vaccinazione anche gli adolescenti tra i 12 e i 15 anni. Abbiamo assistito alla gara tra aziende sanitarie a chi vaccinava di più, nel tentativo di apparire il più bravo agli occhi dei decisori politici. Abbiamo visto foto stucchevoli, autoreferenziali, di autocompiacimento».
«Ora è il momento di fermarsi a riflettere su quanto è stato fatto e su quanto si dovrà fare – continua – per evitare di assistere ad ulteriori drammi personali e familiari. La Cisl Medici Lazio è consapevole dell’importante lavoro fatto nel Lazio. Ora però è giunto il momento di guardare con attenzione a cosa sta accadendo nelle Asl e nelle Aziende ospedaliere dove molte decisioni hanno trovato facile “giustificazione” nella emergenza Covid. Decisioni che hanno favorito e determinato l’allungamento delle liste di attesa per le patologie non-Covid per le quali ci si continua ad ammalare e a morire. Non tutto deve essere giustificato dallo stato di emergenza epidemiologica Covid-19. Certamente non possono essere giustificati incarichi professionali remunerati con cifre neanche immaginabili agli occhi del comune cittadino. Assessore D’Amato è il momento di avviare quel confronto che la Cisl Medici ha sempre chiesto senza mai ottenerlo» conclude la Cisl medici Lazio.
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