L’ennesimo episodio di brutalità e follia è avvenuto all’ospedale San Camillo di Roma, che ha registrato gravissimi danni ai locali, alle apparecchiature e alle vetrate della struttura. Dopo essere stato sottoposto ad accertamenti radiologici, si è armato di un estintore e ha devastato le porte e le finestre dei locali del codice rosso, il locale […]
L’ennesimo episodio di brutalità e follia è avvenuto all’ospedale San Camillo di Roma, che ha registrato gravissimi danni ai locali, alle apparecchiature e alle vetrate della struttura. Dopo essere stato sottoposto ad accertamenti radiologici, si è armato di un estintore e ha devastato le porte e le finestre dei locali del codice rosso, il locale della Tac e quelle delle ecografie causando danni ingenti alle apparecchiature. L’immediato intervento del personale dell’ospedale e della vigilanza interna ha scongiurato che la furia aggressiva si riversasse sugli operatori sanitari e sugli utenti presenti in quei momenti in Pronto Soccorso che non hanno riportato danni né ferite.
La Cisl Medici Lazio e di Roma Capitale/Rieti, leggendo la notizia si domanda in una nota «se l’Ospedale San Camillo è diventato la periferia dell’inferno o se è diventato un inferno per i lavoratori».
«E come non ricordare – aggiunge il sindacato – l’anestesista aggredito il 25 maggio all’ospedale di Isernia. Un rianimatore, un medico tra quelli che più di altri sono chiamati ad affrontare le fasi più critiche della emergenza-urgenza. Se i medici in corso di pandemia sono stati definiti come eroi e come angeli, dove si collocano gli anestesisti-rianimatori in questa scala di aggettivi iperbolici che hanno caratterizzato questi ultimi mesi?», si chiedono in un comunicato Luciano Cifaldi, segretario della Cisl Medici Lazio, e Benedetto Magliozzi, segretario della Cisl Medici di Roma Capitale/Rieti e componenti l’esecutivo nazionale del sindacato di categoria.
«Peccato avere perso una occasione perché qualcuno ha ritenuto di togliere dallo specifico Decreto Legge in discussione alla Camera la costituzione di parte civile obbligatoria per le aziende a tutela dei propri sanitari aggrediti» scrivono i sindacalisti.
«Vergogna a chi si ostina a non voler capire che questo fenomeno deve essere represso con decisione e fermezza. Vergogna a chi continua a fare quasi finta di nulla e si ostina con vuoti giri di parole a non dare risposte concrete. Violenze e ancora violenze a carico dei medici e degli operatori sanitari. Siamo disgustati di quello che accade da troppo tempo. Siamo ogni giorno in prima linea. Covid o non Covid. Basta. Basta. Basta – conclude il comunicato della Cisl Medici -. È ora che anche le parti datoriali escano dalla solidarietà di facciata per attivare immediati e concreti strumenti di tutela dei lavoratori».
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