Contributi e Opinioni 4 Luglio 2022 15:02

«“Super-OSS” e “Vice-Infermieri”, non lasciamo agli altri decidere per noi»

di Simone Rizzato, Migep OSS

di Simone Rizzato, Migep OSS
«“Super-OSS” e “Vice-Infermieri”, non lasciamo agli altri decidere per noi»

Egregio Direttore,

in risposta all’articolo apparso sul suo quotidiano sulla revisione del profilo professionale dell’operatore socio sanitario e della formazione esprimo una riflessione.

Sono un operatore socio sanitario e leggendo la bozza di accordo per la conferenza Stato Regioni non vi è la volontà di istituire la nuova figura dell’operatore socio sanitario. Il testo in esame non apporta nessuna miglioria al profilo dell’operatore socio sanitario, lasciando inalterate le dinamiche fin qui adottate dal lontano 2001. (Formazione, durata, requisiti accesso…) non si fa riferimento al ruolo socio sanitario degli OSS, inoltre, si nota una discrepanza tra quello affermato dal sottosegretario Costa e questa bozza e a quello che intendono improntare la Regione Veneto e la Lombardia.

Negli ultimi mesi, ma soprattutto nelle ultime settimane, stiamo assistendo a una prova di forza da parte di alcune Regioni (Veneto e Lombardia) sulla revisione della figura dell’OSS Operatore Socio sanitario.

Da parte di queste Regioni vi è la volontà di istituire una “nuova” figura professionale che andrà ad aggiungere a quelle dell’OSS, competenze attualmente in capo agli Infermieri.

Se da una parte non ci sono preclusioni sul fatto che l’OSS possa e debba ampliare ed evolvere la sua Professione e Professionalità, rimane senza dubbio preoccupante le modalità e gli scenari che si vanno aprendo riguardo a questa figura di “Super-OSS/Vice-Infermiere”.

Le motivazioni che portano a questa scelta sono da ricondurre ad una carenza di organico infermieristico nell’ambito privato (RSA/CRA), tanto da dover sopperire all’assenza, demandando ad altre figure le attività finora di responsabilità degli Infermieri, gli OSS. Ma a quale prezzo? Con quale rischio?

Premesso che è ben risaputa che nell’ambito privato (Coop Sociali o strutture private) la carenza di organico è arrivata a livelli allarmanti, tanto da mettere a rischio l’assistenza degli ospiti, e già ci troviamo nella condizione in cui, molto spesso, ci si trova costretti a fare doppi turni per coprire i servizi.

Cosa succederà poi? Ci saranno i super-OSS o vice-Infermieri che non saranno più impegnati nell’assistenza? Ci sarà un maggiore aggravio di lavoro sui normali OSS? È solo un cane che si morde la coda.

L’evoluzione della figura dell’Operatore socio sanitario OSS è doverosa, necessaria e non differibile, ma con forza sosteniamo che questo non debba essere fatto a scapito degli OSS stessi.

Nella bozza della revisione dell’Accordo stato-regioni attualmente in discussione in parlamento non evidenziano nessuna modifica, evoluzione o miglioramenti rispetto al precedente accordo.

Da sempre ci siamo battuti per arrivare ad ottenere una Formazione attuale che facesse veramente crescere gli OSS, andando a riconoscere questi operatori finalmente come Professionisti. Ma tutto questo non viene riconosciuto. Anzi, si scarica sugli OSS maggiore lavoro, maggiori responsabilità.

Nella stessa bozza, come dichiarato dal Sottosegretario Costa durante l’ultimo Question Time, non si fa riferimento all’area socio sanitario degli OSS, che, come dichiara Costa: la legge 3/18 non avendo attribuito allo stesso lo status giuridico di professione sanitaria, «l’Operatore Socio Sanitario è sprovvisto delle caratteristiche della professione sanitaria, per mancanza di autonomia e per la formazione conseguente a corsi regionali e non Universitari…» viene di fatto configurato come categoria di operatore socio sanitario art 1 comma 2 legge 43/2006, senza menzionare il ruolo sociosanitario che va a compensare il vuoto legislativo della legge 3/18.

E allora ci chiediamo “OSS” non è da considerarsi sanitari, non è da considerarsi nel ruolo socio sanitario, la definizione “figura di interesse sanitario” non dice nulla. Che cos’è? Ma per sopperire alle carenze degli Infermieri, li consideriamo tali?

È arrivato il momento di rivedere, ma seriamente, il profilo dell’Operatore Socio sanitario, con una grande rivoluzione che porti davvero la nascita di una Figura Professionale a tutti gli effetti, attraverso una formazione equivalente a livello europeo attraverso istituti socio sanitari con una formazione di 1600 ore, un attestato di qualifica, un registro nazionale obbligatorio, un nuovo profilo di competenze e responsabilità, un nuovo inquadramento collettivo e retributivo, una formazione continua di aggiornamento.

Ricordiamo che, qualora venisse attuata la nuova figura del Super-OSS, non ci sarebbe nessun nuovo inquadramento dal punto di vista lavorativo ed economico, non essendo riconosciuta la nuova posizione, ma ci troveremmo ad avere OSS diventati Super, con maggiori responsabilità e carico di lavoro, ma uguale stipendio.

E dal punto di vista responsabilità? Cosa succederà se qualche Super-OSS dovesse essere chiamato in giudizio per un danno ad un utente per azioni infermieristiche? Sarà chiamato a rispondere di abuso della professione?

Non essendo considerato sanitario e non avendo pertanto l’obbligo (come Infermieri e Medici) di una polizza assicurativa di responsabilità civile, pagherà di tasca sua?

Sono tanti, troppi i dubbi legittimi in merito a questa “nascita”. Se, davvero, si vuole fare crescere gli OSS, allora bisogna sedersi intorno ad un tavolo, e analizzare concretamente e seriamente il profilo professionale.

Crediamo fortemente, e ribadiamo, fortemente, che gli OSS e la loro professione debba evolversi e ampliarsi per crescere a dare risposte sempre più concrete ed efficaci alla risposta di Salute dei cittadini.

La diaspora associativa degli OSS non giova alla categoria è necessario unire le forze, aderire per avere voce, fare capire che se si parla degli OSS, gli OSS devono essere intorno al tavolo per tutelare e difendere la loro Professione. Se così non fosse, saranno sempre altri a decidere di noi.

 

 

 Simone Rizzato, Migep OSS

 

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