«L’eliminazione degli aromi dai prodotti alternativi sarebbe una palese contraddizione rispetto allo scopo di ‘protezione della salute’ sottolineato nella Direttiva 2014/40/UE» spiega Fabio Beatrice, Direttore del Board Scientifico del MOHRE, l’Osservatorio Mediterraneo per la Riduzione del Rischio in Medicina
All’interno dell’UE il tabacco tradizionale ed i prodotti alternativi di nuova generazione (sigaretta elettronica e tabacco riscaldato) sono regolamentati dalla Direttiva 2014/40/UE (c.d. “TPD”), che si propone di garantire il corretto funzionamento del mercato interno e un elevato livello di protezione della salute.
Al paragrafo 1 dell’articolo 7 la TPD vietava la commercializzazione di prodotti del tabacco con aromi caratterizzanti, tuttavia, i diversi dalle sigarette erano stati esentati dal divieto, sino a quando non si fosse verificato un ‘cambiamento sostanziale nella loro diffusione’.
Il 9 febbraio la Commissione informerà gli Stati membri dei calcoli che evidenzierebbero quel ‘cambiamento delle circostanze’ in termini di diffusione sul mercato, che aprirà al divieto di usare aromi nei prodotti a tabacco riscaldato.
«L’eliminazione degli aromi dai prodotti alternativi sarebbe una palese contraddizione rispetto allo scopo di ‘protezione della salute’ sottolineato nel TPD», dichiara il Professor Fabio Beatrice, Direttore del Board Scientifico del MOHRE, l’Osservatorio Mediterraneo per la Riduzione del Rischio in Medicina che aggiunge: «E rema contro gli obiettivi dell’OMS che entro il 2025 si propone di diminuire il numero di fumatori del 30%».
«Gusto e odore sono due elementi centrali nella dipendenza da sigaretta e sono gli elementi a cui il fumatore non riesce a rinunciare perché fanno parte della gratificazione. Il successo dei prodotti alternativi è dato proprio dalla possibilità di mantenere almeno per un certo periodo di tempo oralità e gestualità da cui sono dipendenti psicologicamente. La riduzione del danno è praticata in molti settori della salute pubblica (droghe illecite, salute sessuale, HIV) e la Convenzione quadro sul controllo del tabacco (articolo 1d) la riconosce come una componente del controllo del tabacco. Per centinaia di milioni di persone che lottano per smettere di fumare o vogliono continuare a utilizzare la nicotina, questi prodotti rappresentano un significativo percorso aggiuntivo per sfuggire a modi più letali per usare la nicotina», conclude il presidente del Board di MOHRE riprendendo il contenuto della lettera aperta inviata da 100 esperti della salute pubblica alle Parti della FCTC in occasione dello scorso COP9.
La questione è della massima attenzione per il Professor Ognjen Brborović, Docente di Medicina Sociale all’Università di Zagabria e membro del Board Scientifico di MOHRE «gli aromi fruttati potrebbero attirare la popolazione più giovane verso l’uso dei prodotti alternativi alla sigaretta, tuttavia la maggior parte degli utenti sono ex fumatori, non i più giovani. Vietare gli aromi avrebbe un forte impatto negativo sugli ex fumatori, che tentano di allontanarsi dalla combustione. Pertanto il messaggio è di ripensare una politica che potrebbe danneggiare chi sta scegliendo la riduzione del danno. Da studi osservazionali, revisioni sistematiche e la mia esperienza personale ci sono alcuni modelli nell’utilizzo degli aromi: l’astinenza dal tabacco si prolunga quando le persone possono cambiare gli aromi. Credo che questo argomento non sia riconosciuto adeguatamente».
Le disposizioni sono state negoziate otto anni fa quando le evidenze di ‘riduzione del danno’ dei prodotti alternativi al tabacco erano in fase embrionale. Le strategie attuali stanno aiutando i fumatori adulti con effetto virtuoso su prevenzione delle malattie e mortalità evitabile.
Il Professor Konstantinos Farsalinos, che ha recentemente scritto un rapporto di revisione completo sulla questione delle sigarette elettroniche aromatizzate, ha dichiarato: «Le restrizioni sugli aromi ridurrebbero notevolmente il potenziale salvavita dei prodotti innovativi. Prove crescenti suggeriscono che l’uso di aromi diversi dal tabacco è associato a smettere di fumare, mentre gli ex fumatori di sigarette elettroniche passano rapidamente a aromi diversi dal tabacco, che è percepito come importante per prevenire le ricadute. Inoltre, vietare gli aromi avrà ulteriori conseguenze indesiderate come la creazione di un mercato nero incontrollato e il uso personale di aromi alimentari, non tutti disponibili in formulazioni appropriate per l’inalazione. Un divieto di aroma sarà una cattiva politica per la salute pubblica, ignorando le esigenze dei fumatori e degli ex fumatori che vogliono smettere ed evitare la ricaduta del fumo L’UE dovrebbe invece attuare rigorosamente l’attuale regolamento che prevede invece il divieto di vendita di questi prodotti ai giovani di punire i fumatori e gli ex fumatori di sigarette elettroniche».
Insomma, gli aromi usati nei prodotti alternativi sono legati in maniera indissolubile alla transizione verso prodotti potenzialmente meno dannosi ed alla cessazione. L’introduzione del menzionato divieto innescherebbe inoltre la crescita del mercato nero ed un ritorno al tabacco tradizionale.
In un recente studio americano, 2159 giovani adulti sono stati intervistati in merito all’impatto delle restrizioni di vendita sugli aromi prodotti per sigarette elettroniche. Se gli aromi fossero limitati ai soli aromi di tabacco, il 33,2% degli utenti di sigarette elettroniche ha riferito di avere probabilità (molto/abbastanza) di ricadere in sigarette. Se le sigarette elettroniche fossero totalmente vietate, il 39% ha riferito che sarebbero tornate al fumo .
Il Board dell’Osservatorio MOHRE ha stilato una lettera aperta al Commissario Stella Kiriakydes – European Commissioner for Health and Food Safety per sensibilizzare la Comunità Europea chiedendo di: