Un libro che apre alla riflessione sulle aree interne, quelle terre di mezzo fatte da persone, popoli che sono ai margini del complesso sistema economico-sociale e della comunicazione, ma comunque parte del mondo e, per alcuni versi, la parte migliore. Si è tenuta presso la Sala Nassirya del Senato della Repubblica la conferenza stampa di presentazione del libro “STORIE ma non tanto” del Prof. Domenicangelo Litterio, su iniziativa del Sen. Etelwardo Sigismondi e con la partecipazione del Dott. Gianni Letta, dell’Avv. Tiziana Magnacca, assessore della regione Abruzzo, dell’Avv. Gabriele Sepio, esperto di economia sociale, di Walter Nanni, regista, e del Dott. Giampaolo Colletti, giornalista e, grazie all’ideazione e alla moderazione della Dott.ssa Sara Vinciguerra.
“In quattro libri (PADRI, LA STRADA PER ITACA, detto CAINO e STORIE ma non tanto) – racconta Litterio – ho descritto il percorso storico di genti e territori nel processo di accumulo di esperienze stratificate nei secoli fino a formare un profilo identitario radicato, condiviso e forte. Ma nessuno poteva testimoniare la realtà della vita nelle terre di mezzo meglio di chi l’ha vissuta: STORIE ma non tanto: documenti, cronache, così come aspirazioni e passioni in una specie di confessione collettiva di generazioni diverse, colte nella loro fatica, nella loro interazione quotidiana fatta di rassegnazione spesso tradita da improvvise reazioni. Le storie – conclude Litterio – completano il racconto delle terre di mezzo dove persone e genti hanno vissuto e continuano a vivere un interminabile e immutabile tempo di mezzo, sempre nel guado della storia senza la totale condivisione del sistema valoriale antico e senza l’approdo ad uno nuovo e diverso”.
Sull’importanza di valorizzare le aree interne è intervenuto il promotore dell’evento il Sen. Etelwardo Sigismondi: Le Terre di Mezzo rappresentano un’identità diffusa in tutta Italia, un luogo sospeso tra il restare e l’andarsene, tra la perdita delle radici e il bisogno di trasformazione, segnato dallo spopolamento e dalla riduzione dei servizi essenziali. Per affrontare questa crisi e promuovere una rinascita delle aree interne e montane, il Governo ha presentato il Disegno di Legge n. 1054, riconoscendo come strategica la promozione e lo sviluppo delle zone montane, la cui crescita economica e sociale costituisce un obiettivo di interesse nazionale ed è tutelata dalla Costituzione. L’obiettivo – conclude il Sen. Sigismondi – è ridurre gli svantaggi esistenti, sostenere le attività produttive e garantire condizioni di parità nell’accesso ai servizi rispetto al resto del territorio nazionale”.
Fondamentale sarebbe quindi fare in modo che le aree interne fossero considerate un’opportunità: “Le aree interne sono spesso raccontate in termini di marginalità, – afferma l’Avv. Gabriele Sepio, esperto di economia sociale – ma in realtà rappresentano patrimoni culturali e risorse capaci di generare opportunità. Il loro sviluppo non dipende solo da incentivi economici, ma da una strategia complessiva che valorizzi fiscalità agevolata, connessioni digitali, recupero del patrimonio storico e sostegno al terzo settore. Alcuni territori, contro ogni previsione, stanno crescendo grazie a un nuovo ecosistema basato su giovani, smart working e digitalizzazione. L’esperienza delle Zone Economiche Speciali (ZES) dimostra che il rilancio è possibile, ma serve una Legge Quadro sulle Aree Interne, capace di integrare incentivi, infrastrutture, energie rinnovabili e semplificazione amministrativa. Le aree interne – conclude Sepio – possono diventare territori di innovazione e sviluppo: la chiave sta nel superare la narrazione del declino e trasformarle in opportunità.”
La presenza di infrastrutture adeguate risultano quindi fondamentali: “Se c’è una via italiana da perseguire per favorire l’innovazione e incrementare la coesione sociale – commenta Giampaolo Colletti, giornalista e Direttore StartupItalia – questa passa dai mille campanili d’Italia, ossia dalla forza delle comunità disseminate in quei territori lontani dai contesti metropolitane e che da sempre sono stati la spinta propulsiva dell’economia nostrana di prossimità, un ibrido che crea identità e rafforza le relazioni. Ecco perché questi luoghi vanno tutelati, protetti, ascoltati, sostenuti. La partita si gioca su un terreno tra fisicità e virtualità e quindi i servizi a valore aggiunto infrastrutturali e tecnologici devono incrementare la portata valoriale degli spazi. Anche perché può sembrare un paradosso, ma siamo sempre più connessi, eppure siamo anche più ancorati come calamite agli spazi fisici che ci connettono”.
Il libro del Prof. Litterio ha quindi il grande pregio, raccontando le aree interne, di alzare i riflettori sulle sfide, sulle opportunità, sulla bellezza di terre sconosciute ai più e che potrebbero vedere nel settore cinematografico l’alleato principale per dare non solo voce, ma anche colori e fisicità: “Chi lavora nel cinema, nella televisione e, più in generale, nel mondo della comunicazione – dichiara il regista abruzzese Walter Nanni – può rappresentare un ponte tra chi vuole sviluppare un territorio e il resto del mondo. Nel tempo in cui viviamo un luogo esiste solo se hai la capacità di raccontarlo. Nelle nostre terre di mezzo è fondamentale, oggi, raccontare le storie dei luoghi e della sua gente e farlo nel migliore dei modi. Il cinema è parte integrante dello sviluppo di un territorio, della sua economia e della sua cultura.”