La vicepresidente della Commissione Affari Sociali sostiene la petizione di un gruppo di pazienti dell’ospedale Monaldi di Napoli, in lista di attesa per un trapianto di cuore, che hanno lanciato un appello pubblico che ha raccolto ben 70mila adesioni affinchè si proceda con la piena attuazione della legge 1° aprile 1999, n. 91
«Ho presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute, Giulia Grillo, affinchè si proceda con la massima celerità possibile all’emanazione dei decreti attuativi della legge 1° aprile 1999, n. 91, recante “Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti“. A distanza di vent’anni dalla promulgazione, resta un vulnus che impedisce alla aziende sanitarie locali di effettuare la notifica ai propri assistiti della richiesta di dichiarare la propria libera volontà di donazione. Senza tale notifica il silenzio non è considerabile come assenso. Il risultato di questa condizione è che in Italia i pazienti in attesa di trapianti registrati al 31 dicembre 2018 sono 8.713 mentre sono quasi 4 milioni e mezzo le persone che hanno dato esplicitamente il loro consenso alla donazione di organi, grazie ai molti comuni nei quali è possibile dichiarare il consenso o il diniego a donare in occasione del rilascio o del rinnovo della propria carta d’identità. Se si fosse data esecuzione a quanto previsto dalla legge ci troveremmo ad avere una platea di donatori enormemente superiori, aumentando in modo esponenziale la possibilità di salvare vite umane». Lo ha dichiarato la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan.
«Sostengo pienamente – prosegue la deputata di Liberi e Uguali – la petizione sul tema promossa da un gruppo di pazienti dell’ospedale Monaldi di Napoli, in lista di attesa per un trapianto di cuore, che hanno lanciato un appello pubblico che ha raccolto ben 70mila adesioni affinchè si proceda con la piena attuazione della legge. Attraverso la mia interrogazione ho inteso portare a conoscenza del ministro la difficile situazione che si vive in quell’ospedale e in tanti altri nosocomi del Paese. Gli italiani dimostrano di essere sempre più sensibili a questo tema. Bisogna offrire loro gli adeguati strumenti normativi per dare concretezza alla loro volontà. Bisogna fare presto, vent’anni di attesa non sono tollerabili quando in gioco ci sono vite umane».