Trastuzumab deruxtecan, l’ADC di Daiichi Sankyo e AstraZeneca, ha ottenuto in UE l’estensione dell’indicazione per il carcinoma mammario come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma mammario HER2 positivo non resecabile o metastatico che hanno ricevuto uno o più precedenti regimi a base di anti-HER2. Trastuzumab deruxtecan è un anticorpo monoclonale farmaco-coniugato specificamente […]
Trastuzumab deruxtecan, l’ADC di Daiichi Sankyo e AstraZeneca, ha ottenuto in UE l’estensione dell’indicazione per il carcinoma mammario come monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma mammario HER2 positivo non resecabile o metastatico che hanno ricevuto uno o più precedenti regimi a base di anti-HER2.
Trastuzumab deruxtecan è un anticorpo monoclonale farmaco-coniugato specificamente ingegnerizzato per essere diretto contro il recettore HER2, ed è sviluppato e commercializzato congiuntamente da Daiichi Sankyo e AstraZeneca.
L’approvazione della Commissione Europea segue il parere positivo del CHMP (Comitato per i Medicinali ad uso umano) ed è basata sui risultati dello studio di fase 3 DESTINY-Breast03, pubblicati su The New England Journal of Medicine, in cui trastuzumab deruxtecan ha dimostrato una riduzione del 72% del rischio di progressione della malattia o di morte rispetto a T-DM1 (hazard ratio [HR] = 0,28; 95% intervallo di confidenza [CI]: 0,22-0,37; p<0,000001), in pazienti con tumore al seno HER2-positivo non resecabile e/o metastatico precedentemente trattato con trastuzumab e taxano. La sopravvivenza mediana libera da progressione (PFS) per le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan non è stata raggiunta (95% CI: 18,5-NE), mentre quella con il T-DM1 è risultata di 6,8 mesi (95% CI: 5,6-8,2), secondo la revisione centrale indipendente in cieco (BICR).
In Europa, ogni anno vengono diagnosticati più di 530.000 casi di cancro al seno. Circa un caso su cinque di cancro al seno è considerato HER2 positivo. Nonostante il trattamento iniziale con trastuzumab, pertuzumab e taxano, le pazienti con carcinoma mammario metastatico HER2 positivo vanno spesso incontro a progressione della malattia.
«Questa approvazione rappresenta un’importante pietra miliare per i pazienti e i clinici europei, dal momento che le pazienti precedentemente trattate per carcinoma mammario metastatico HER2-positivo con il trattamento standard attuale, di solito vanno incontro a progressione della malattia in meno di un anno – ha dichiarato Javier Cortés, MD, PhD, responsabile dell’International Breast Cancer Center (IBCC) di Barcellona – Nello studio DESTINY-Breast03, il tempo alla progressione si è prolungato ben oltre l’anno per le pazienti che hanno ricevuto trastuzumab deruxtecan, dimostrando il potenziale di questo farmaco di diventare un nuovo punto di riferimento nel trattamento del carcinoma mammario metastatico HER2-positivo».
Ulteriori risultati dello studio di fase 3 DESTINY-Breast03 hanno mostrato come, nell’analisi dell’endpoint secondario della sopravvivenza globale, sia stato riscontrato un forte segnale di miglioramento con trastuzumab deruxtecan (HR=0,55; 95% CI: 0,36-0,86; p=0,007172), tuttavia questa analisi non è ancora matura ed è in corso un ulteriore follow-up.
Quasi tutte le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan erano vive a 9 mesi (96,1%; 95% CI: 92,8-97,9) rispetto al 91,3% delle pazienti trattate con T-DM1 (95% CI: 87,1-94,2). Il tasso di risposta obiettiva confermata (ORR) è stato più che doppio nel braccio trastuzumab deruxtecan rispetto al braccio T-DM1 (79,7% [n=208; 95% CI: 74,3-84,4] contro 34,2% [n=90; 95% CI: 28,5-40,3]).