Tempestività nell’assistenza e cura, tempi di attesa contenuti, possibilità di essere seguite da un team multidisciplinare in ogni fase della malattia e di usufruire di percorsi diagnostico-terapeutici strutturati ed efficienti all’interno dell’ospedale. Questi i risultati di un’indagine promossa da Onda e curata dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha coinvolto 89 Unità Operative […]
Tempestività nell’assistenza e cura, tempi di attesa contenuti, possibilità di essere seguite da un team multidisciplinare in ogni fase della malattia e di usufruire di percorsi diagnostico-terapeutici strutturati ed efficienti all’interno dell’ospedale. Questi i risultati di un’indagine promossa da Onda e curata dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha coinvolto 89 Unità Operative di Senologia italiane afferenti al circuito Senonetwork.
Dal punto di vista organizzativo oltre la metà dei centri censiti utilizza il modello “tutto in un giorno” che consente alle pazienti di limitare a 5 ore il tempo trascorso nell’ospedale per eseguire esami, visita e somministrazione della terapia.
«Il fattore tempo assume una rilevanza assoluta soprattutto nei pazienti oncologici che vivono una condizione che impatta fortemente sulla loro qualità della vita”, commenta Francesca Merzagora, Presidente Onda. Riuscire a erogare percorsi di assistenza e cura in tempi minimi non è solo indice di funzionalità ma anche di umanizzazione e rispetto per la persona».
Nonostante questo, al momento i centri di senologia non sono presenti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Ogni regione infatti ha recepito le indicazioni nazionali espresse nel documento della Conferenza Stato-Regioni del 18 dicembre 2014 secondo tempi e modi diversi.
«Si conferma la necessità che i centri di senologia vengano istituiti in tutto il nostro Paese» commenta Luigi Cataliotti, Presidente Senonetwork. Il fattore tempo diventa determinante quando si parla di terapie. «Da alcuni studi condotti da Onda su donne con tumore al seno emerge il forte impatto negativo della terapia sul loro vissuto quotidiano e su quello dei loro familiari, dovuto principalmente al dispendio di tempo nell’attesa di ricevere le terapie in ospedale – prosegue Merzagora – . Poter usufruire di terapie che riducano i tempi di somministrazione – ad esempio attraverso le nuove formulazioni sottocutanee o orali – permette di preservare meglio la qualità della vita delle pazienti e garantire anche una maggiore efficienza e controllo dei costi nei centri» conclude.
Il confronto dei dati raccolti nel biennio consentirà di trarre spunti per una migliore gestione complessiva della malattia nell’ottica di un miglioramento della qualità di vita delle donne con tumore al seno.