“Fornire informazioni corrette, in merito ai percorsi diagnostici e clinici verso i quali le donne che fanno prevenzione devono essere indirizzate. Anche perché la prevenzione diagnostica di qualità permette di individuare tumori di piccole dimensioni e si basa sul l’impiego di apparecchiature innovative di ultima generazione e nuove metodiche di I e II livello”. Rossella […]
“Fornire informazioni corrette, in merito ai percorsi diagnostici e clinici verso i quali le donne che fanno prevenzione devono essere indirizzate. Anche perché la prevenzione diagnostica di qualità permette di individuare tumori di piccole dimensioni e si basa sul l’impiego di apparecchiature innovative di ultima generazione e nuove metodiche di I e II livello”.
Rossella Occhiato, responsabile scientifica del seminario Ecm “Innovazione in senologia: percorsi avanzati di prevenzione, diagnosi e cura”, ha riassunto così la mission del convegno organizzato da Artemisia Onlus, tenutosi in questi giorni a Roma presso l’Università degli Studi Link Campus University. Un focus ad ampio spettro sul tumore al seno – la neoplasia più frequente in assoluto nella popolazione femminile – sviluppatosi attraverso indicazioni, analisi, esperienze e prospettive future fornite da medici e accademici di primario livello (tra i quali i professor Giuseppe Petrella, Massimo Monti e Lucio Fortunato, e il dottor Francesco Pignataro), finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo finale, ovvero la mortalità zero.
I dati di partenza. Il tumore al seno colpisce una donna ogni 8 nell’arco della vita. Si stima che nel 2018, in Italia, abbia colpito 52.800 donne e circa 500 uomini (per confronto, nel 2015 le stime indicavano, rispettivamente, 48 mila e 300). Il trend di incidenza tra il 2003 e il 2018 appare in leggero aumento (+0,3% per anno) mentre continua a calare, in maniera significativa, la mortalità (-0,8% per anno). L’aumento di incidenza è riferito in particolare alle donne di 45-49 anni, e potrebbe essere spiegato dall’ampliamento dello screening mammografico in alcune regioni che hanno coinvolto anche questa fascia di età (oltre a quella di 50-69 anni per cui storicamente è attivo lo screening).
Artemisia Onlus. “Abbiamo vissuto una giornata molto importante, a cui abbiamo dedicato un grande impegno organizzativo, dedicata a una patologia purtroppo molto diffusa tra le donne, che ne colpisca in media una su otto”, ha spiegato la dottoressa Mariastella Giorlandino, presidente di Artemisia Onlus. “Accelerare i tempi, in fatto di diagnosi e prevenzione, vuol dire salvare tantissime vite in più ed evitare di far vivere a tantissime donne questo immenso disagio”, ha rimarcato.
Lilt. Per Francesco Schittulli, presidente della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), “nonostante la crescente annuale incidenza del cancro della mammella (sono stimati 53.500 nuovi casi per il 2019) paradossalmente diminuisce la mortalità. Tant’è che oggi si registra una guaribilità del cancro al seno complessivamente superiore all’80%”. “Oggi – rimarca l’oncologo – si potrebbe raggiungere oltre il 95% se mettessimo in atto tutto ciò che è già a nostra portata di conoscenza: dall’informazione corretta, all’educazione sanitaria, dall’adesione alle campagne di screening, ai periodici controlli clinico-strumentali (visita specialistica senologica, ecografia, mammografia, RMM, mammografia con mezzo di contrasto). Alla diagnostica strumentale, sempre più raffinata, si aggiunge la disponibilità della cosiddetta medicina predittiva (test genetici, ect.)”. “L’impegno finale comune – conclude – è poter raggiungere prima possibile, superando le criticità tuttora evidenti per il tumore al seno, l’obiettivo: zero per mortalità di cancro mammario!”.