«La campagna vaccinale per contrastare il Covid-19 sta accelerando, le regioni cercano di raggiungere gli obiettivi programmati e i numeri in assoluto sono in miglioramento. Questa crescita la dobbiamo senza dubbio al modello organizzativo unitario nazionale che sta funzionando nell’ambito degli hub vaccinali e degli ospedali grazie alla collaborazione di medici e infermieri che gestiscono il flusso delle vaccinazioni ognuno per le proprie competenze professionali». Lo scrive in una nota la deputata di Popolo Protagonista,
Fabiola Bologna.
«Tutte le altre professionalità che hanno offerto la loro generosa collaborazione come inoculatori, dai farmacisti, ai biologi, ai tecnici di radiologia dovrebbero, a mio avviso, collaborare in un contesto dove ci sia un medico che si sia formato professionalmente per rilevare l’anamnesi, la valutazione dello stato di salute del paziente e l’eleggibilità alla vaccinazione, l’eventuale scelta della tipologia di vaccino in concomitanza di condizioni particolari».
Per Bologna «ora più che mai abbiamo bisogno di più vaccini per completare la campagna vaccinale e mettere al sicuro più cittadini possibile. Questa è anche una occasione per riorganizzare la sanità. Per questo dobbiamo evitare che l’emergenza si trasformi in una deroga che metta in discussione il percorso formativo e professionale delle figure sanitarie. Ognuno sceglie studi universitari per svolgere una specifica professione sanitaria che ha dei programmi di formazione diversi che vanno dai 3 anni per alcune ai 12 anni per altre e che, per esercitare, si iscrivono ai rispettivi Albi professionali. Bisogna scongiurare ulteriori disuguaglianze in sanità, il “task shifting” rischia di diventare solo un paravento che nasconde interessi divisivi per le professioni ed economicità invece di implementare appropriatezza e tutela della salute e sicurezza per i cittadini. Il PNRR rileva la necessità di una riforma che punti a una presa in carico dei pazienti multi-professionale per integrare nella cura tutte le professionalità sanitarie. Per questo ho chiesto al Ministro Speranza di prevedere l’apertura di un tavolo di lavoro che contempli le figure sanitarie che saranno coinvolte nel nuovo assetto di sanità territoriale multi-professionale affinché si inizi ad affermare l’orientamento a una cultura organizzativa che porti alla strutturazione di un percorso efficiente nell’assistenza dei cittadini, anche in previsione dell’implementazione della vaccinazione di massa e degli eventuali richiami di vaccinazioni legati all’andamento della pandemia».