Andare a scuola, praticare uno sport, uscire con gli amici, trovare un lavoro, vivere in autonomia una volta diventati adulti. Una vita fatta di routine, che appare la più ordinaria per la maggioranza della popolazione, è un traguardo possibile, ma raggiungibile ancora da troppe poche persone con sindrome di Down. A partire dall’istruzione, sono ancora […]
Andare a scuola, praticare uno sport, uscire con gli amici, trovare un lavoro, vivere in autonomia una volta diventati adulti. Una vita fatta di routine, che appare la più ordinaria per la maggioranza della popolazione, è un traguardo possibile, ma raggiungibile ancora da troppe poche persone con sindrome di Down. A partire dall’istruzione, sono ancora troppi gli alunni che non hanno la possibilità di ricevere a scuola giusti supporti e sostegni inclusivi, e al termine della scuola per molti ragazzi non ci sono opportunità. L’accesso al lavoro con inquadramenti e contratti adeguati resta una opportunità esigua, che sconta la mancanza di strumenti efficaci per il collocamento e la forte disparità territoriale dell’Italia, con enormi differenze tra Nord e Sud e tra grandi e piccoli centri del paese. Anche vivere una relazione sentimentale, costruire una vita indipendente e raggiungere l’autonomia abitativa rappresentano diritti fondamentali ancora troppo spesso negati a causa di supporti inadeguati, di pregiudizi sociali e di basse aspettative.
L’educazione inclusiva, il lavoro, la partecipazione alla vita sociale, la vita indipendente e la possibilità di decidere della propria vita rappresentano diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti a tutti. In occasione della Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, giovedì 21 marzo 2019, che ha per tema “Leave no one behind”, CoorDown Onlus – Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down – lancia la campagna di sensibilizzazione internazionale “Reasons To Celebrate”, per denunciare quanto ancora siano lontani gli obiettivi di pieno rispetto dei diritti e uguale accesso alle opportunità per tutte le persone con sindrome di Down.
La campagna video inizia con un’atmosfera suggestiva e gioiosa e racconta le altre tre giornate istituite dalle Nazioni Unite che si festeggiano il 21 marzo: la giornata mondiale della Poesia, la giornata internazionale del Nowruz, che celebra l’inizio della primavera, e la giornata internazionale delle Foreste. Momenti di meraviglia e incanto che però si spengono quando una persona con sindrome di Down ricorda che in quello stesso giorno si celebra anche la giornata mondiale sulla sindrome di Down. L’attore dichiara con tono provocatorio e sfidante che, a differenza delle altre tre giornate internazionali, “non abbiamo molti motivi per festeggiare” Perché fino a quando anche una sola persona non avrà le stesse opportunità di studiare, lavorare e partecipare attivamente alla vita sociale, non ci sarà ragione di festeggiare. Di conseguenza la Giornata mondiale sulla sindrome di Down rimane una giornata per affermare che l’inclusione sociale, in ogni aspetto della vita, sarà davvero da festeggiare solo quando non ci sarà nemmeno una persona con sindrome di Down lasciata indietro ed esclusa dalla scuola, dal lavoro, dalla vita sociale.
«Con la campagna “Reasons To Celebrate” vogliamo scuotere le coscienze di tutti per denunciare quanto sia ancora lontano l’obiettivo di piena parità di diritti e opportunità per tutte le persone con sindrome di Down. Fintanto che nel mondo ci sarà l’esigenza di questa Giornata, vuol dire che dobbiamo ancora lavorare per il riconoscimento e la valorizzazione della diversità e per un cambiamento culturale profondo nei confronti della disabilità, solo allora nessuno sarà lasciato indietro» ha sostenuto Antonella Falugiani, Presidente di CoorDown Onlus.
La Giornata Mondiale sulla sindrome di Down (WDSD – World Down Syndrome Day in inglese) è un appuntamento internazionale – voluto da Down Syndrome International e sancito ufficialmente anche da una risoluzione dell’ONU — nato per diffondere una maggiore consapevolezza e conoscenza sulla sindrome di Down, per creare una nuova cultura della diversità e per promuovere il rispetto e l’inclusione nella società di tutte le persone con sindrome di Down. La scelta della data 21/3 non è casuale: la sindrome di Down, detta anche Trisomia 21, è caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più – tre invece di due – nella coppia cromosomica n. 21 all’interno delle cellule.