Secondo Costa il numero chiuso a Medicina non è meritocratico e chiede alla ministra Messa di trovare una soluzione con “verifica di obbiettivi di rendimento”
Si torna a parlare di abolizione del numero chiuso a Medicina e la causa sono le parole del sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Durante un evento all’università di Pisa si espresso ammettendo di attendere una collaborazione proficua con la ministra dell’Università Maria Cristina Messa.
«Non credo che il test d’ingresso a Medicina sia un indice di meritocrazia – è stato detto da Costa –. Pertanto, credo che, condividendo questa riflessione con il Ministero dell’Università, si possa trovare un punto di equilibrio magari fissando la verifica di obiettivi di rendimento di ciascuno studente dopo uno, due anni: questo credo che sia un buon compromesso per assicurare criteri davvero meritocratici di accesso più di un semplice test di ingresso».
Recentemente la ministra Messa ha lavorato per mutare la tipologia del test di Medicina, trasformandolo in TOLC. Un esame, sempre a crocette, che si potrà effettuare due volte l’anno, selezionando il punteggio migliore da inviare in graduatoria nazionale. Tutto a partire dal 2023. Da quest’anno invece saranno sensibilmente ridotte le domande di cultura generale.
Dopo costa si è espresso anche il governatore del Veneto Luca Zaia. «Noi siamo per una visione meritocratica per cui le qualità non si accertano con un test d’ingresso a numero chiuso», ha detto. «Il futuro professionista – ha spiegato – al quale affidiamo la nostra salute va valutato sul campo. Ribadisco: possibilità di accesso all’iscrizione per tutti e grande selezione nel percorso formativo. C’è il rischio che una selezione così prematura vada ad escludere i futuri professionisti che non passano il test con le crocette, che potrebbe essere “artisti” in sala operatoria o clinici di talento».
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