Dal 2021 previsto lo spostamento del test alla fine di un primo anno comune tra facoltà di area sanitaria (tra cui medicina, odontoiatria, biotecnologie e farmacia). Numero chiuso abrogato per le altre facoltà non sanitarie che non presentano tirocini o laboratori propedeutici
Era atteso da mesi e alla fine è arrivato. Il relatore Manuel Tuzi (deputato M5S e medico specializzando) ha presentato il testo base di riforma per l’accesso ai corsi universitari che sarà poi discusso dall’Aula di Montecitorio a partire da settembre. Come anticipato da Sanità Informazione, il testo prevede che il test per l’accesso a Medicina venga spostato alla fine di un primo anno comune mentre per le facoltà non sanitarie che non presentano tirocini o laboratori propedeutici, verrà eliminato il numero chiuso. Dunque il temuto test, che negli anni passati è stato oggetto anche di numerose contestazioni e ricorsi, non verrebbe abrogato ma viene sostituito «un’apposita prova di verifica», unica per tutti i corsi di laurea e di contenuto identico nel territorio nazionale, «sulla base del programma degli studi effettuati nell’area comune sanitaria svolte durante il primo anno accademico, volta ad accertare l’attitudine alle discipline oggetto dei corsi medesimi, con pubblicazione del relativo bando almeno sessanta giorni prima del loro svolgimento. La comunicazione degli esiti della prova comune avviene dei risultati entro i quindici giorni successivi».
LEGGI LA PROPOSTA DI LEGGE SU RIFORMA ACCESSO A UNIVERSITA’
«La proposta di legge per rivedere l’accesso ai corsi universitari è pronta per essere discussa già a settembre – spiega Tuzi – il testo è stato depositato e risponde a esigenze non più rimandabili, per consentire a tanti studenti di dimostrare la loro motivazione e il loro impegno prima di essere esclusi dall’accesso a una facoltà, ma anche per risolvere l’annoso problema, che riguarda in particolare la facoltà di medicina, dell’imbuto formativo che impedisce ai nostri laureati di entrare nel mondo del lavoro».
«In particolare per la facoltà di medicina, il provvedimento prevede l’iscrizione libera al primo anno di un’area sanitaria ‘comune’ (che comprende, tra le altre, medicina, odontoiatria, biotecnologie e farmacia) e un test selettivo tra il primo e il secondo anno. In questo modo, anche chi non riuscirà ad entrare non avrà perso tempo: potrà far valere i suoi esami in tutti i corsi dell’area scientifica», sottolinea Tuzi.
«Per quanto riguarda invece le altre facoltà non sanitarie che non presentano tirocini o laboratori propedeutici, verrà eliminato il numero chiuso. Per i corsi di laurea che rimarranno a numero programmato si avrà un’unica graduatoria nazionale e i test saranno valutati da un apposito Centro permanente. Infine, abbiamo pensato anche alla fase successiva alla laurea: ad esempio, prevediamo che i giovani abbiano la possibilità di laurearsi e abilitarsi nello stesso giorno. La cosiddetta laurea abilitante è un altro pezzo importante e necessario che contribuirà a migliorare il nostro sistema universitario», conclude.