Il Presidente Fnomceo incentiva la formazione medica e invita ad assolvere l’obbligo formativo in vista della stretta sulle polizze assicurative. «Oggi il professionista sanitario non formato si trova di fronte a delle difficoltà di carattere medico legale. Né le assicurazioni, né i giudici potranno comprendere perché non si è formato»
«Siamo alla fine di un periodo pandemico molto gravoso per la professione medica. E forse ci aspetterà un autunno non dico complicato ma sicuramente non facile. Il confronto sulle tematiche della responsabilità e dell’impegno dei medici risulta essere sempre molto importante». Così Filippo Anelli, Presidente Fnomceo, ha dato inizio all’intervista a Sanità Informazione a margine del convegno “Problematiche attuali della medicina legale: contenzioso, assicurazione e autoritenzione” in Sapienza. All’evento, organizzato dagli ordinari di medicina legale Paola Frati e Vittorio Fineschi, hanno partecipato esponenti di rilievo del mondo giuridico e medico legale.
Anelli ha ricordato come l’azione della federazione dei medici abbia già prodotto una norma di legge, il cosiddetto scudo penale per i professionisti sanitari nel corso dell’emergenza Covid. Si intende la non punibilità di medici ed operatori sanitari durante la fase di emergenza epidemiologica «che si trovano in condizioni difficili nell’espletare la loro attività soprattutto per il Covid» ha detto Anelli. Nell’ambito del dibattito sulla responsabilità professionale in ambito sanitario questa «novella giudiziaria sarà sicuramente trattata. E potrà essere un utile aiuto a tutti gli operatori per dare maggiore serenità e tranquillità nell’esercizio professionale» ha aggiunto.
Anelli ha poi affrontato la questione relativa all’aggiornamento professionale permanente e alla formazione medica. Rilevando «una difficoltà oggettiva» da parte dei medici legata al fatto che «il sistema della formazione continua è percepito dai colleghi come un obbligo e non come un’opportunità». Il presidente ha confessato che «il livello di adeguamento e di raggiungimento degli obiettivi formativi nelle federazioni è piuttosto basso».
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Il tema Ecm è di cruciale importanza, anche in virtù del fatto che il mancato assolvimento dell’obbligo formativo potrebbe comportare ricadute assicurative. Un emendamento al decreto-legge per l’attuazione del Pnrr, infatti, lega le due cose. La copertura delle polizze assicurative per il rischio professionale è condizionata all’assolvimento in misura non inferiore al 70 per cento dell’obbligo formativo dell’ultimo triennio in materia di formazione continua in medicina.
«È importante – ha continuato Anelli – far comprendere che oggi il medico e l’operatore sanitario non formato si trova di fronte a delle difficoltà di carattere medico legale. Infatti, né le assicurazioni e né i giudici potranno comprendere perché non si è formato. E allora la spinta normativa serve ad “incentivare” l’attività di formazione. In modo tale che tutti comprendano che oggi formarsi per noi significa garantire la qualità delle prestazioni». E l’imprevedibile, incontrollabile quanto disastrosa esperienza pandemica non può che confermarlo.
Non ottemperare agli obblighi formativi, oltre a incidere sull’efficacia delle polizze assicurative per la responsabilità civile, può causare serie sanzioni. I controlli e le verifiche saranno gestiti dagli ordini di riferimento. «Nella commissione nazionale Ecm abbiamo preso atto del parere dell’ufficio legislativo del ministero. In questo triennio sgrava i medici e gli operatori sanitari di un terzo del fabbisogno formativo a causa dell’impossibilitò di svolgere l’attività formativa nel periodo Covid» ha concluso.
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