La proposta della Federazione Italiana Medicina di Emergenza-Urgenza e delle Catastrofi per arrestare l’esodo dei giovani medici
«L’aumento del numero delle borse di studio in Medicina di Emergenza Urgenza, sempre auspicato da FIMEUC (Federazione Italiana Medicina di Emergenza-Urgenza e delle Catastrofi) purtroppo si è accompagnato al fenomeno della mancata assegnazione di oltre 450 borse di studio: i giovani medici evidentemente preferiscono specialità “di elezione” che permettono maggiori soddisfazioni in termini di carriera e riconoscimento economico ma anche minori rischi professionali e personali». Così una nota della FIMEUC sulla mancata assegnazione di oltre 450 borse di studio ai giovani medici.
«È purtroppo ben noto che le aggressioni nei confronti dei sanitari si verificano sempre più frequentemente nei Pronto Soccorso e nei servizi 118 ed anche che agli attestati di stima per gli “eroi” della pandemia a volte sono seguite decurtazioni, piuttosto che ricompense economiche. Occorre anche ricordare che i contenziosi medici legali per presunta malpractice, ancora frequenti nonostante gli interventi normativi, vedono l’attività di Pronto soccorso e 118 tra le prime ad essere coinvolte».
«La FIMEUC da tempo ribadisce la impellente necessità di opportuni riconoscimenti giuridici, normativi, economici, con adeguate possibilità di carriera, accompagnate da uno strategico miglioramento dell’organizzazione dei servizi sanitari del soccorso. Altrimenti sarà inevitabile il progressivo abbandono del personale medico ed infermieristico che ancora opera nei servizi di emergenza; all’abbandono si assocerà anche il mancato ricambio di personale che andrà in quiescenza, in parte dovuto all’insufficiente numero di borse di studio previsto in passato ed ora anche dal fenomeno della mancata “scelta” da parte dei giovani laureati».
«Sta succedendo quello che purtroppo la FIMEUC prevedeva: che il sistema dei Pronto Soccorso e del Sistema di Emergenza Sanitaria pre-ospedaliero diventa insufficiente, non solo negli eventi eccezionali, catastrofici o pandemici come quello che si è verificato negli ultimi mesi, ma anche nelle attività di soccorso quotidiane per tutte le patologie acute o croniche. In tutte le regioni, alcune in misura particolarmente critica, la demedicalizzazione dei servizi di emergenza territoriale e le difficoltà del sistema ospedaliero sono diventate drammatiche: pazienti che sostano giorni nelle sale di emergenza, insufficienti barelle con utilizzo di quelle delle ambulanze, impossibilità di trattare adeguatamente le patologie tempo-dipendenti».
«La FIMEUC chiede inoltre di intervenire sul quadro normativo per risolvere le criticità poste dal mutare dei bisogni e dal sovrapporsi di interventi legislativi non sempre coerenti tra di loro, al solo scopo di aumentare l’affidabilità, l’efficacia e l’efficienza del Sistema dell’emergenza-urgenza. A tale proposito FIMEUC ha presentato al Ministero della Salute una proposta di legge finalizzata al Riordino del Sistema di Emergenza Urgenza: nuovo sistema integrato (Ospedale -Territorio)».
«Riteniamo, ormai, non più procrastinabile un ulteriore intervento normativo e contrattuale finalizzato al riconoscimento di specifiche indennità professionali, con possibilità di progressione di carriera ed agevolazioni anche ai fini pensionistici che rendano più attraente la carriera degli operatori del Sistema Integrato di Emergenza Urgenza», continua la Federazione.
«Proponiamo che le borse non assegnate siano rese disponibili per i medici convenzionati che operano nei sistemi di emergenza che, come coloro che hanno prestato la loro preziosa attività per oltre 5 anni, a domanda, devono transitare nella Dirigenza Medica: l’obiettivo è che finalmente si realizzi compiutamente la figura del medico del Sistema Integrato di Emergenza Urgenza, specialista in Emergenza-Urgenza, che con le sue competenze sempre più ampie e specifiche, in linea con le moderne acquisizioni scientifiche, è il protagonista principale di tutto il processo clinico terapeutico nel paziente critico», conclude il comunicato.
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