Monti (presidente Commissione Sanità): «Dialogo aperto con il Ministro Messa. In Consiglio regionale approvata la delibera per aumentare il numero dei pazienti di medici in formazione»
Secondo i dati della Federazione italiana medici di medicina generale, entro il prossimo anno saranno circa 1800 i medici di famiglia che andranno in pensione in Lombardia, mentre 786 saranno i posti vacanti nelle ATS lombarde. Serve dunque un piano straordinario. L’appello lanciato dagli enti di categoria è stato raccolto da Regione Lombardia che da tempo sta lavorando per ridurre il gap che si è generato negli ultimi anni e che continuerà ad aggravarsi, come conferma il presidente della commissione sanità Emanuele Monti «In Lombardia ci sono circa 900 ambiti carenti, il che significa che esiste un problema legato al turnover dei medici che si è accentuato negli ultimi anni».
Dando uno sguardo alla media dei pensionamenti, infatti, il gap è evidente: se a partire dal 2012/2013 la media era di 300/350 medici che andavano in pensione l’anno, mentre le borse di studio previste dal Ministero erano 100/150, si è via via registrata una carenza di 150/200 posti ogni dodici mesi che ha portato al buco attuale.
«Negli anni 2018/2019/2020 c’è stato un intervento della Conferenza Stato-Regioni per ampliare questo numero e risolvere il problema, arrivando fino all’assegnazione di 300/350 borse l’anno – puntualizza Monti -. Purtroppo però nel 2021 si è tornati indietro e le borse di studio destinate alla medicina generale in Lombardia sono scese sotto le duecento unità».
Una scelta ampliamente contestata da Regione Lombardia, come puntualizza Monti: «È stato uno schiaffo enorme alla sanità del territorio in un momento in cui l’emergenza Covid aveva evidenziato l’esigenza di potenziare quell’ambito. Una decisione che non trova spiegazione e che ha visto il Consiglio regionale e molti Comuni lombardi far passare una mozione per impegnare il governo ad aumentare le borse di studio destinate alla Lombardia. Ora è in corso un dialogo con il ministro dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, che condivide questa battaglia ed ha promesso un impegno del governo».
Mentre prosegue il dialogo tra Regione e Ministero, a fine luglio in Consiglio regionale è stata approvata una delibera per offrire un altro strumento possibile per colmare il gap: «Per fare in modo di ridurre gli ambiti carenti, i giovani medici al terzo anno di formazione potranno avere in carico fino a mille pazienti, mentre prima erano 600 – spiega il presidente della commissione sanità di Regione Lombardia -. Non solo, la delibera approvata va a normare anche una serie di piccole problematiche di carattere amministrativo presenti per rendere meno burocratica la presa in carico di nuovi pazienti, mentre con Roma si dialoga per cambiare le regole del numero chiuso che è un ostacolo da superare».
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