La conferma è arrivata nel webinar promosso dall’Associazione Provider ‘Formazione nella Sanità’. Monaco (FNOMCeO): «Ridiamo centralità all’obbligo formativo anche attraverso provvedimenti e sanzioni». De Pascale (Co.Ge.APS): «In collaborazione con gli Ordini, attivato il controllo del curriculum Ecm di ogni singolo professionista»
Ci siamo: anche i provider ECM prenderanno parte alle strategie ministeriali in ambito di formazione medico-scientifica. Dopo la lettera di sollecito al Ministro Speranza, i rappresentati della categoria saranno finalmente protagonisti del secondo incontro della neo-consulta nazionale della formazione permanente, definita con l’Accordo tra lo Stato e le Regioni. È quanto emerge nel corso del webinar organizzato dall’Associazione Formazione nella Sanità, un’occasione di confronto tra i principali stakeholder del settore tra i quali Roberto Monaco, Segretario Generale FNOMCEO; Achille Di Falco, Direttore UOC Formazione di Age.N.As e Enrico De Pascale, Presidente Co.Ge.APS.
«Siamo soddisfatti di partecipare attivamente al processo di rinnovamento della formazione professionale in sanità. Come emerso dallo scambio di oggi e proprio grazie alla disponibilità delle istituzioni competenti, la fattiva inclusione dei Provider conferisce la necessaria garanzia di pluralità e di partecipazione democratica – dichiara Simone Colombati, Presidente Formazione nella Sanità –. A noi ora il compito di garantire una qualità formativa di eccellenza, basata sulle evidenze scientifiche e costantemente aggiornata, per rispondere al richiamo all’ordine annunciato dalle Autorità», conclude Colombati.
Ed è emersa in maniera netta la posizione della FNOMCeO in merito ai discussi provvedimenti nei confronti dei medici e professionisti sanitari che non dovessero risultare in regola con i trienni 2014-2016 e 2017-2019: «L’Ordine dei medici è un ente sussidiario dello Stato, quindi non può che applicare le leggi che ci sono in questo Paese. Da un punto di vista etico, noi abbiamo il nostro codice deontologico che è il nostro faro, e che cita diverse volte l’obbligo formativo», commenta Roberto Monaco. E poi «Noi siamo pronti, – aggiunge Enrico De Pascale, Co.Ge.APS – nel senso che nei prossimi giorni invieremo le comunicazioni a tutti gli ordini, che quindi avranno la possibilità prima di analizzare, poi di verificare e poi di operare sui singoli professionisti rispetto alla certificabilità dell’iter formativo». «Il ruolo del Consorzio – aggiunge De Pascale – è monitorare e spingere per il raggiungimento della formazione con l’obiettivo che l’educazione continua diventi sempre di più sia un valore aggiunto».
Ma come cambierà la formazione? A indicare la strada è Achille Di Falco, Direttore UOC Formazione di Age.N.As: «Il sistema ECM, così come il nostro Ssn, è un sistema complesso, in continua evoluzione e volto al raggiungimento di una ‘qualità totale’. Cos’è la qualità totale? È multiprofessionalità, innanzitutto. Perché non è più possibile pensare ad una formazione segmentata in singole specialità ma, come il Covid ci ha insegnato, la gestione delle crisi prevede l’intervento di un team di lavoro multidisciplinare, cui anche la formazione deve adeguarsi. E poi – chiosa De Falco – una trasmissione del sapere che non sia più gerarchica ma circolare: il professionista sanitario deve diventare allo stesso tempo sia ‘leader che follower’ dei contenuti formativi.
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