Lavoro e Professioni 17 Dicembre 2019 18:15

Fine triennio ECM, da Nord a Sud l’appello dei Presidenti di Ordine: «Medici, completate i crediti»

Sanità Informazione ha raccolto la voce di tanti Presidenti di OMCeO che stanno sensibilizzando la categoria sul completamento del percorso ECM per il triennio 2017-2019. E molti sottolineano il rischio di sanzioni e contenziosi

Manca ormai poco alla fine del triennio formativo 2017-2019. Camici bianchi e operatori sanitari sono alla ricerca degli ultimi crediti formativi per completare il proprio percorso ECM: un dovere deontologico ma anche di legge. Da Nord a Sud della penisola, i Presidenti stanno sollecitando i propri iscritti a completare il proprio percorso di aggiornamento entro il 31 dicembre 2019. Il mancato adempimento dell’obbligo può costare caro al medico, sia per le possibili sanzioni a cui può essere soggetto, ma soprattutto per le ricadute in tema di contenzioso medico-paziente che può avere il mancato aggiornamento, in primis nel rapporto con le assicurazioni.

«Gli OMCeO siciliani stanno sollecitando affinché i medici si mettano in regola. Con la legge Gelli-Bianco la responsabilità del medico è in prima persona. Un medico non aggiornato, se commette un errore di valutazione, passerà dei momenti non certo allegri», sottolinea Toti Amato, presidente dell’OMCeO Palermo.

«L’educazione continua in medicina è stata un grande salto di qualità» ha ricordato Amato, che poi ha aggiunto: «Si impone al medico di oggi e si impone al medico del futuro di essere continuamente aggiornato. Si può modificare, valutare se fare il dossier formativo personale o altre soluzioni, ma il medico deve essere aggiornato».

Sulla stessa lunghezza d’onda Rosa Giaquinta, presidente dell’OMCeO di Ragusa: «Sanzioni? Sicuramente dovremmo dare degli esempi per cercare di sensibilizzare i medici». Anche perché, ricorda Giaquinta, il mancato adempimento dei crediti formativi «può portare a dei risvolti legali. Pensiamo ad un contenzioso – spiega ancora –: se le associazioni non rilevano che l’aggiornamento è stato fatto, questo creerà dei problemi».

«Le sanzioni sono già in vigore» ricorda invece Eugenio Corcioni, presidente dell’OMCeO di Cosenza. «Ce ne sono alcune veramente pesanti e poco note. La norma di essere in pari con i crediti – spiega il presidente dell’OMCeO calabrese – diventa decisiva nei contratti assicurativi sulla responsabilità professionale. Questo vale molto più della censura o di un ammonimento. Ancora, nel lavoro convenzionato con il servizio sanitario nazionale il personale, sia libero professionista sia dipendente, deve essere ECM assolto, pena la decadenza della convezione. Non c’è bisogno di sanzioni vecchio stile per essere incisivi».

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«Quello che è necessario è facilitare l’accesso dei medici all’aggiornamento permanente. Noi questo lo stiamo facendo da molto tempo. Tanti stanno aderendo alle nostre iniziative, soprattutto per quanto riguarda la formazione a distanza», sottolinea Raimondo Ibba, presidente dell’Ordine di Cagliari.

Antonio Magi, Presidente dell’OMCeO di Roma, il più grande d’Italia, spiega i motivi dei ritardi nell’espletamento dell’obbligo ECM: «È insito nella professione aggiornarsi. C’è un aggiornamento naturale e quello legato a questioni di natura disciplinare e legislativa. Ci sono dei soldi finanziati dalle strutture pubbliche e questi molto spesso non vengono utilizzati per formare i medici che si devono aggiornare per fatti propri». Secondo Magi il medico «se non è aggiornato non riesce proprio a svolgere la professione. È nel proprio DNA».

Gli fa eco Giovanni Leoni, presidente OMCeO Venezia e vicepresidente FNOMCeO, che punta il dito sulle ore destinate dal contratto della dirigenza alla formazione, che spesso non sono utilizzabili da parte dei camici bianchi: «Quattro ore dell’orario del medico su 38 dovrebbero essere dedicate all’aggiornamento professionale. Bisognerebbe controllare, soprattutto nei reparti che hanno fatto molte ore di straordinario, quanti sono riusciti poi a completare l’aggiornamento professionale sulla base di una equa distribuzione dell’orario di lavoro».

«Come OMCeO Milano – chiarisce il presidente Roberto Carlo Rossi – abbiamo fatto circolari, newsletter, informative, sportelli, eventi, insomma di tutto per informare gli iscritti sull’obbligo ECM e per spiegare loro il sistema. Molto spesso infatti i colleghi non sono abbastanza informati sulla questione e sulle possibili conseguenze. Per questo gli Ordini devono farsi parte diligente nell’informare tutti gli iscritti, ma senza fare terrorismo. Li informiamo che bisogna stare attenti per vari motivi, non ultimo per le possibili ricadute a livello assicurativo. Quasi certamente faremo un nuovo richiamo a breve, a pochi giorni dalla chiusura del triennio».

«Ciascuno agisce come crede, ma è chiaro che l’Ordine in questo senso adotterà tutti i provvedimenti necessari per coloro che non hanno raggiunto i crediti, a maggior ragione perché non solo l’assicurazione ma anche in certi settori ci sono dei rischi anche per l’attività professionale. Il problema è grosso e per certi aspetti è stato sottovalutato e non vorremmo che fosse sottovalutato in futuro» chiarisce Pierantonio Muzzetto, Presidente OMCeO Parma.

Ribadisce l’importanza dell’aggiornamento continuo anche Silvestro Scotti, presidente dell’OMCeO Napoli: «La formazione e l’aggiornamento continuo in medicina rimangono una necessità fondamentale per tutti i medici a garanzia del cittadino e quindi occorre trovare nuovi metodi. Intanto la capacità che il medico completi quel percorso per come è previsto oggi a prescindere da quelle che sono le valutazioni di efficienza e di efficacia: va fatto non tanto per garantire il paziente, perché voglio sperare che il medico nell’esercizio delle sue funzioni parta dalla capacità di garantire il paziente, ma soprattutto per garantirsi rispetto al contenzioso e anche alle aggressioni, perché nell’immaginario del paziente può determinarsi una riduzione della fiducia rispetto alla categoria».

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