Il presidente della Commissione Sanità del Senato, a margine degli Stati generali del medico organizzati da Fnomceo, è tornato sul tema dell’aggiornamento professionale: «Se molti medici non sono riusciti ad aggiornare i crediti vuol dire che c’è una carenza formativa magari legata al metodo, bisognerà trovare dei metodi nuovi» sottolinea a Sanità Informazione
«Giusta la lettera di FNOMCeO che richiama i colleghi al rispetto dell’obbligo dell’aggiornamento continuo in medicina». Dal palco degli Stati Generali della professione medica il presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Pierpaolo Sileri ha ribadito la necessità di intervenire in materia Ecm e plaude alla lettera del presidente della FNOMCeO Filippo Anelli che ha ricordato agli Ordini la necessità di far rispettare l’obbligo di legge sulla formazione continua.
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«Se molti medici non sono riusciti ad aggiornare i crediti vuol dire che c’è una carenza formativa magari legata al metodo, bisognerà trovare dei metodi nuovi», sottolinea Sileri ai microfoni di Sanità Informazione.
Tra i temi affrontati anche «il mancato rinnovo dei contratti, – continua Sileri – il rapporto medico-paziente ‘lesionato’, che ha come conseguenza l’aumento del contenzioso e le problematiche anche penali che, nel 95% dei casi, finiscono con un’archiviazione». Per questo il presidente della Commissione Sanità del Senato ha presentato una proposta di legge per istituire una sorta di ‘camera di compensazione’ che eviti di arrivare in tribunale e consenta di ritrovare il dialogo con i pazienti.
Ma è soprattutto la carenza di specialisti a preoccupare il senatore. Una carenza cronica, cui ora il governo sta cercando di trovare una soluzione, aumentando le borse. «L’aumento di posti nelle scuole di specializzazione fino a 8mila borse è grandioso perché senza precedenti – ha affermato – ma dobbiamo fare di più, arrivando fino a 10mila, perché i ricorsi porteranno, nei prossimi anni, a migliaia di medici laureati in più».
Altre proposte, come quella di richiamare i medici in pensione, lasciano invece scettico Sileri, che propone semmai di ritardare, su base volontaria l’uscita dal lavoro. Sì, invece agli specialisti dell’ultimo anno ma solo a patto che possano esercitare come uno specializzato, perché «servono esperienza e qualità».