Il segretario della Federazione degli Ordini dei medici: «Siamo enti sussidiari dello Stato, non possiamo che applicare le leggi»
Quello della formazione continua è «un dovere deontologico e un obbligo di legge». Lo ripete più volte Roberto Monaco, segretario della Federazione degli Ordini dei Medici, commentando le dichiarazioni del presidente del Co.Ge.A.P.S. Enrico De Pascale, che ha annunciato l’invio agli Ordini dei nominativi degli iscritti che non risultano in regola con i trienni formativi 2014-2016 e 2017-2019. In questo modo avranno tutte le informazioni necessarie, nei primi mesi del prossimo anno, per sanzionare chi non ha rispettato l’obbligo formativo.
«Ogni Ordine farà in autonomia le sue valutazioni in merito alle azioni da intraprendere nei confronti degli irregolari. Siamo perfettamente consapevoli – continua il segretario FNOMCeO – che tutto questo avviene in un periodo complicato, dopo due anni di pandemia, ma questo non può esimere un professionista dal formarsi. Lo dobbiamo al mondo della scienza».
«D’altro canto – aggiunge – gli Ordini professionali sono enti sussidiari dello Stato, quindi non possono che applicare le leggi». Leggi, lo ricordiamo, che prevedono un illecito disciplinare che può andare dall’avvertimento alla sospensione, oltre ad una serie di ulteriori conseguenze che possono arrivare anche alla radiazione.
«Ma oltre a questo – aggiunge Monaco – dobbiamo ricordare che il nostro faro è il Codice deontologico, in cui la parola formazione compare più volte, perché siamo convinti che una prestazione di qualità non possa prescindere dalla formazione continua».
«Noi non facciamo i medici, noi siamo medici – prosegue Monaco -. Sentiamo moltissimo il senso di missione di questo mestiere e l’appartenenza a questa famiglia professionale. Ed è chiaro che una famiglia professionale deve anche avere un grande senso di dignità. L’appello che rivolgo a tutti i medici è quindi di mantenere alto il senso di appartenenza all’Ordine e di rispettare gli strumenti deontologici, che comprendono senza ombra di dubbio anche la formazione continua», conclude.
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