Emilio Didone, segretario dell’associazione pensionati della Cisl Lombardia, sottolinea come i pazienti non si sentano adeguatamente tutelati: «Ad una richiesta, lecita, di aggiornamento, non è seguito un investimento delle strutture nella formazione, mentre i medici in organico sono sempre meno…»
Due medici su dieci non sono aggiornati: la criticità messa in luce dai dati forniti dalla Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), secondo cui ci sarebbe un 20 percento di camici bianchi non in regola, trova conferma nelle stime di chi organizza i corsi di aggiornamento e soprattutto solleva gli animi dei pazienti che non si sentono tutelati adeguatamente. In particolare, l’associazione dei pensionati accusa il colpo e allarga la problematica su più temi connessi alla professione medica. «Il peccato originale è stato commesso dal professor Sirchia – esordisce Emilio Didone, segretario dell’associazione pensionati della Cisl Lombardia – che ha spinto sull’acceleratore imponendo troppi crediti formativi ad una platea di 600/700 mila professionisti del settore. Per contro ad una richiesta, lecita, di aggiornamento, non è seguito un investimento delle strutture nella formazione, mentre i medici in organico sono sempre meno e non hanno dunque il tempo per la formazione che invece è una cosa seria e dunque occorre metterli nelle migliori condizioni per formarsi. Perché il Sistema sanitario non investe in quell’ambito? Sarebbe opportuno rivedere il metodo della formazione non solo per i medici, ma anche per altre categorie, come ad esempio gli infermieri».
Mancanza di tempo e costi elevati, questo binomio per il rappresentante dei pensionati ha reso fragile una categoria che invece, per il ruolo che riveste, dovrebbe essere aggiornata e stimolata a lavorare al meglio. «Oggi se abbiamo bisogno di un servizio sanitario, e noi pensionati siamo nella fascia di età più a rischio, troviamo liste di attesa infinite, Pronto soccorso intasati e professionisti giovani che non hanno avuto la possibilità di crescere affiancati da luminari come accadeva in passato, quando i più giovani crescevano nell’ombra di grandi professori, imparando la professione. Se a tutto ciò aggiungiamo una mancanza di aggiornamento per i turni massacranti a cui sono costretti, costi troppo elevati e magari anche in piccola parte per mancanza di volontà, il danno è fatto. Fondamentale dunque sarebbe rivedere tutta l’organizzazione. Solo così potrà essere recepito il cambiamento ed avremo medici aggiornati». Tanti medici cercano di ovviare al problema della mancanza di tempo con la formazione a distanza, con corsi e-learning facilmente fruibili grazie all’innovazione tecnologica. La sfida, però, è consentire ai camici bianchi uno spazio adeguato alla formazione così come previsto dal contratto.