Una nuovissima modalità di aggiornamento consente ai medici di analizzare reperti e prove (a partire da casi realmente accaduti) e fornisce tutte le nozioni necessarie per districarsi al meglio nelle principali branche della criminalistica
La realtà aumentata arriva in soccorso della medicina, non solo in sala operatoria, ma anche nella formazione. Grazie a questa nuova tecnologia è infatti diventato possibile immergersi letteralmente nella materia di studio attraverso l’utilizzo di visori hi-tech. Un approccio innovativo che è stato già sperimentato dal provider Sanità In-Formazione, in collaborazione con Consulcesi Club, per il corso ECM “Sulla scena del crimine. Dalla procedura penale alla genetica forense”. Il corso (partito come residenziale e poi diventato FAD) permette infatti ai partecipanti di vestire i panni del criminalista e calcare di persona la scena del crimine a partire da casi realmente accaduti, con un modulo consultabile attraverso un visore Hi Tech.
Il corso permette di acquisire le fondamenta delle procedure penalistiche, offrendo una panoramica che va dalla definizione dei casi reali fino all’esecuzione dei provvedimenti giudiziari. Inoltre si promette di fornire nozioni ed informazioni pratiche nelle principali branche della criminalistica con sessioni teoriche che consentiranno ai partecipanti di orientarsi con competenza nei vari ambiti professionali.
«Trovo questo corso davvero molto interessante – spiega Roberta Corsi, medico legale che ha preso parte al progetto formativo –, anche perché si tratta di materie che tutto sommato conosco, ma grazie a questo programma posso aggiornarmi sempre di più ed essere al passo con i tempi».
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L’evoluzione della materia è talmente rapida e costante che oggi è possibile risolvere casi anche molto datati, ed è dunque fondamentale essere sempre aggiornati con le ultime novità: «Negli ultimi anni si è avuta un’evoluzione enorme – spiega invece Marina Baldi, genetista e docente – infatti tutti i casi vecchi che vengono ripresi e analizzati trovano quasi sempre una soluzione perché spesso si riesce a trovare tracce di persone insospettabili. Allora in quel caso si può ricostruire la dinamica in maniera diversa. Si riescono ad ottenere profili – continua – anche da tracce piccolissime, anche da una singola cellula. Si sta arrivando ad avere una temporizzazione del Dna come deposizione. Insomma, nel nostro campo ci sono una serie di novità che stanno emergendo ed è fondamentale aggiornarsi»
«Devo dire che il corso è molto interessante – fa eco la dottoressa Carla Riganti – e rappresenta senza dubbio un’innovazione in un panorama complesso qual è quello che viene affrontato oggi. Riuscire a creare e a mantenere elevata l’attenzione dei partecipanti è certamente l’obiettivo principe di chiunque faccia formazione, e devo dire che questo corso raggiunge pienamente l’obiettivo».
Secondo il Prof. Nicola Caprioli, docente del corso, «la formazione deve essere fatta con elementi oggettivi: se io devo insegnare ad una persona come si lavora con il sangue, devo necessariamente utilizzare del sangue. Anche da un punto di vista sanitario, però, non è così semplice. Quindi avere la possibilità di traslare questo tipo di formazione all’interno di un contesto virtuale ci dà dei vantaggi perché ci permette di lavorare in estrema sicurezza e di verificare a posteriori l’attività che è stata fatta».
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