«Non sostituiranno i medici strutturati dal punto di vista dell’accreditamento, ma potranno lavorare nelle corsie, negli ambulatori, in sala operatoria sempre sotto il controllo di un tutor», sottolinea l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera
Saranno oltre 1500 gli specializzandi che a partire dal mese di novembre verranno impiegati negli ospedali lombardi per far fronte alla carenza di camici bianchi. E così, in attesa della tanto invocata autonomia differenziata che consentirebbe di effettuare più assunzioni, Regione Lombardia mette in atto il nuovo corso.
«Nel 2017 abbiamo approvato una legge – spiega Giulio Gallera, assessore Sanità e Welfare di Regione Lombardia ai microfoni di Sanità Informazione –, una modifica della nostra legge sanitaria che prevedeva la possibilità di una crescente autonomia all’interno dei presidi ospedalieri degli specializzandi del quarto e del quinto anno ovviamente sotto la supervisione e il controllo della scuola di specializzazione e del tutor. Questa legge era stata impugnata dal Governo nazionale davanti alla Corte Costituzionale che però ha dato ragione a Regione Lombardia e quindi, nei mesi scorsi, ci siamo confrontati con i Presidi delle scuole di Medicina, con gli Ordini dei medici e con i dirigenti delle organizzazioni sindacali dei medici. Ora si stanno definendo gli ultimi crediti e privilegi assegnati agli specializzandi, poi ai primi di ottobre approveremo in giunta questa delibera che definisce le linee guida di questa straordinaria novità e, a partire dal mese di novembre, circa tra i 1500 e i 2000 specializzandi degli ultimi anni che si muoveranno in maniera autonoma all’interno dei presidi ospedalieri, non sostituendo i medici strutturati dal punto di vista dell’accreditamento, ma essendo autonomi, potranno lavorare nelle corsie, negli ambulatori, in sala operatoria sempre sotto il controllo di un tutor. Quindi con garanzie di sicurezza, competenza ed efficacia, sollevando dalla fatica, dagli straordinari e dai turni massacranti i medici».
A livello contrattuale come saranno regolamentati?
«Oggi hanno una borsa di studio e continueranno con quella, perché questa è un’implementazione del loro percorso di specializzazione».
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In prospettiva ci sarà per loro l’assunzione?
«Grazie al decreto Calabria il percorso si è evoluto ed oggi consente agli specializzandi di partecipare ai concorsi pubblici, di essere assunti a tempo determinato dopo gli specializzati e a coloro che hanno diritto alla mobilità, poi quando saranno specializzati a loro volta, avranno un contratto a tempo indeterminato. Questa è una novità che chiaramente sarà utilizzata da tutti gli specializzandi della Lombardia».
Dunque gli specializzandi non faranno da tappabuchi e avranno la certezza di un percorso di progressiva autonomia…
«Per l’accreditamento delle strutture gli specializzandi non verranno contati quindi, se per gestire un reparto di Medicina ci devono essere quattro medici e venti infermieri quei numeri saranno rispettati. È chiaro però che lo specializzando potrà aiutare nei turni di notte, potrà andare in sala operatoria facendo il primo o secondo operatore, avendo un percorso formativo alle spalle di quasi dieci anni potrà iniziare in maniera progressiva ad essere efficace e autonomo».