Il manuale, scritto da Maria Elena Capitanio e Andrea Di Cicco e presentato di recente all’Ara Pacis, a Roma, affronta a 360 gradi il tema della comunicazione. Gli autori: «Fondamentale anche per gli operatori sanitari comunicare bene: si arriva prima a diagnosi corrette e aumenta il proprio appeal professionale nei confronti dei pazienti»
Nell’era dei social network è fondamentale anche per i medici riuscire a comunicare al paziente in maniera corretta. Per farlo è necessario aggiornarsi e formarsi costantemente anche su questo aspetto. La giornalista Maria Elena Capitanio e il formatore Andrea di Cicco sono autori del volume “Comunicare da leader – L’arte di convincere nell’era della post-verità”, presentato di recente all’Ara Pacis a Roma. Abbiamo chiesto loro quanto sia importante padroneggiare al meglio le tecniche comunicative fondamentali anche nel settore sanitario.
«Comunicare bene è una competenza cruciale per il medico – spiega ai nostri microfoni Maria Elena Capitanio – perché il rapporto con il paziente ha anche una valenza psicologica che va presa nella giusta considerazione non soltanto nel momento in cui si fa una visita, ma anche in tutto il percorso successivo e nel rapporto stretto e continuativo che si crea con il paziente». «Riuscire ad empatizzare con il paziente – continua Andrea di Cicco – significa sviluppare su di sé quel che si può poi riscontrare nel paziente. Allenarsi tecnicamente a comunicare a tutti i livelli dà la possibilità a chiunque operi nel settore sanitario di capire più velocemente chi ha di fronte e soprattutto il suo livello emotivo. In questo modo la diagnosi non può che diventare più semplice. Questa è l’applicazione pratica di chi lavora nel settore».
Ma come hanno cambiato i social network nel concreto la vita dei professionisti sanitari? «Non so se avete notato – spiega Capitanio – che su Instagram esistono tantissimi profili di operatori sanitari come, ad esempio, i chirurghi plastici o i dentisti. Per professionisti del genere è importante avere un appeal particolare nei confronti del loro pubblico. Il medico “silenzioso” può andar bene in alcune branche della medicina, ma non in tutte: se sei un medico generico è importante comunicare bene, ma se sei un grande specialista in determinati casi puoi cedere su alcuni aspetti della comunicazione. Lo scriviamo nel libro: saper comunicare, imparare a farlo, è un percorso in cui ci sono anche tantissimi consigli psicologici, filosofici, antropologici e sociologici». «Certo – le fa eco Di Cicco –, il discorso è che la comunicazione classica sta diventando un po’ obsoleta, quindi anche nell’esempio del medico di famiglia, se questo comunica bene riesce a capire subito il caso e quindi risparmia tempo e può dare indicazioni più efficaci. Anche una semplice chiacchierata può risolvere i problemi. Basta comunicare meglio».