Le motivazioni: posti indicati dagli Atenei inferiori a capacità ricettiva e fabbisogno Ssn. Massimo Tortorella (Presidente Consulcesi): «A questo punto giusto mettere in dubbio l’esattezza dei posti assegnati anche per l’anno accademico 2019/2020. Test inadeguato, non si possono scegliere i medici del futuro con “quiz cabala” commissionati a una società privata»
L’impalcatura del Numero Chiuso continua a vacillare sotto i colpi delle sentenze. L’ultima è arrivata solo poche ore fa. «Il Consiglio di Stato – comunica Consulcesi, network legale che da oltre 20 anni tutela anche i diritti degli aspiranti medici – ha accolto il nostro ricorso, ammettendo alla Facoltà di Medicina e Chirurgia circa 250 studenti. È la conferma delle tesi che sosteniamo da sempre e cioè che il numero dei posti indicati dagli Atenei è di gran lunga inferiore alla loro effettiva capacità ricettiva e che bisogna fronteggiare la carenza dei medici in Italia».
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I legali di Consulcesi pongono l’attenzione sulle motivazioni della decisione del Consiglio di Stato: «Si fondano sul fatto che per l’anno accademico 2019/2020 il Ministero ha aumentato di 1600 i posti disponibili. I Giudici della suprema Corte affermano che “tale aumento non soltanto è indice del sottodimensionamento dei posti sin qui disponibili nell’offerta formativa, ma sembra anche più aderente ai prevedibili fabbisogni sanitari futuri”».
Questa sentenza, che arriva esattamente alla vigilia degli scorrimenti delle graduatorie (la cui pubblicazione è stata accompagnata da una lunga scia di polemiche per via delle numerose irregolarità che hanno contraddistinto anche questa edizione dei test), mette automaticamente in discussione anche il numero dei posti stabilito per il prossimo anno accademico.
«A questo punto – incalza Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi – non si può credere neanche all’esattezza del numero dei posti stabiliti per l’anno accademico 2019/2020. Il diritto allo studio non può essere limitato. La selezione dei più capaci e meritevoli deve essere fatta durante il corso di studi e non affidata alla cabala di quiz commissionati a una società privata. L’esercizio del diritto allo studio deve tornare nella sua sede naturale: le università. Per il momento, in attesa che questo avvenga, l’unico modo per gli studenti di esercitare il loro diritto allo studio è quello di andare davanti agli organi della giustizia amministrativa. Per questo invitiamo tutti gli aspiranti medici ingiustamente esclusi a far valere il loro diritto allo studio contattandoci sul nostro sportello virtuale www.numerochiuso.info»