Il Presidente della FNOMCeO a Sanità Informazione: «Non credo ci saranno altre proroghe, ma medici non hanno il tempo di aggiornarsi. Corsi FAD possono essere la soluzione, ma se all’interno delle aziende del SSN si facesse veramente formazione, non avremmo questi dati». E sul pressing dei pazienti che vogliono sapere se il proprio medico è aggiornato aggiunge: «Se il legislatore ci chiede di mettere a disposizione questi dati, lo faremo»
Il presidente della FNOMCeO Filippo Anelli ha appena ricevuto la visita dell’inviato di Striscia la Notizia Moreno Morello, che ha acceso i riflettori sull’obbligo ECM. Dopo la messa in onda del servizio lo abbiamo ricontattato per far luce sui medici che non si aggiornano. «Considerando che il 20% dei medici è in pensione ed il 10% è in una fase formativa, presumibilmente – ci dice Anelli – l’80% dei camici bianchi in attività ha già adempiuto all’obbligo».
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E cosa fare con quella percentuale, seppur minoritaria, che continua a non aggiornarsi?
«I medici devono aggiornarsi. È una questione importante, perché l’obbligo formativo è previsto dalla Legge e non rispettarlo equivale a passare con il rosso. È ovvio che chi non adempie rischia una sanzione».
Le sanzioni sono comminate dagli Ordini, ma cosa può fare la FNOMCeO?
«A giorni, appena riceviamo i nuovi elenchi, manderemo una nuova lettera agli OMCeO e daremo quindi loro la possibilità di inviare un ulteriore sollecito ai colleghi che non sono ancora adempienti».
Anche perché a dicembre scadono due trienni formativi…
«Esatto, e sul sito della FNOMCeO sono a disposizione dei corsi FAD, gratuiti per tutti i medici, che coprono il fabbisogno di un anno. L’offerta formativa c’è, ma poi bisognerà pur capire perché la formazione non avviene in tutte le Asl. L’aspetto negativo di tutta questa vicenda è proprio questo: la stragrande maggioranza dei medici lavora all’interno del Servizio sanitario nazionale e tutti i contratti di lavoro prevedono un aggiornamento obbligatorio all’interno delle aziende utilizzando fondi aziendali. Se all’interno delle aziende del SSN si facesse veramente formazione, non avremmo questi dati».
E i medici non hanno il tempo per fare la formazione…
«Esatto, il tempo non c’è, perché le Asl invece di offrire corsi di formazione chiedono ai medici di lavorare di più, perché manca il personale. È questa la situazione che poi ha spinto la Commissione ad adottare la proroga per il triennio scorso, dando ai medici la possibilità di recuperare il triennio precedente nel triennio formativo corrente».
Ma ci saranno altre proroghe a dicembre?
«Non penso. Ma il vero problema non sono i medici, ma le altre professioni sanitarie. I medici sono la categoria messa meglio».
Cosa pensa delle pressioni dei pazienti, che vorrebbero accedere in modo più semplice alle informazioni riguardati l’aggiornamento professionale dei propri medici?
«Questa è una decisione che spetta al legislatore. Se il legislatore stabilisce che gli Ordini possono mettere a disposizione dei cittadini anche il dato sulla formazione lo faremo».
Ma potrebbe essere un ulteriore incentivo per i medici?
«Credo che un medico debba aggiornarsi in ogni caso. Lo spirito della formazione non è tanto quello legale, ma è quello di fornire realmente maggiore qualità alla professione. E la maggiore qualità è sempre correlata alla formazione».
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