Come la medicina legale ha affrontato la pandemia e i dilemmi di contenzioso ad essa connessi? Di questo e molto altro si è discusso in un’occasione di confronto in Sapienza al Convegno “Problematiche attuali della medicina legale: contenzioso, assicurazione e autoritenzione”
Due giorni di confronto sulla medicina legale tra chi ne scrive la letteratura da anni e chi ne analizza le evoluzioni da anni. Questo è stato il Convegno “Problematiche attuali della medicina legale: contenzioso, assicurazione e autoritenzione” in Sapienza, organizzato dalla professoressa Paola Frati e dal prof. Vittorio Fineschi, ordinari di Medicina legale nello stesso ateneo. Con la pandemia la necessità di mettere la medicina legale al centro del dibattito in sanità si è fatta anche maggiore e, dopo due anni di incontri da remoto, questo appuntamento live ha riportato il dibattito in vita più che mai.
«Un appuntamento fisso, interrotto solo dal Covid – lo ha definito la prof. Frati -. Ci teniamo molto con il prof. Fineschi a portare in Sapienza questo incontro multidisciplinare. C’è bisogno di qualità nella formazione, quindi reperire relatori di livello che possano attivare un confronto tra vari compartimenti: mondo giuridico, mondo medico-legale e mondo dei professionisti sanitari in generale. C’è sempre bisogno di un confronto, di capire quali sono i problemi e quali possono essere le soluzioni. Devo dire che questo incontro vede sempre tanti partecipanti: c’è voglia di confrontarsi e di formarsi. Spesso questo confronto con la magistratura ha portato nel tempo ad educarci».
«Come nel caso delle infezioni – conferma ancora Frati – ci è stato chiarito dalla magistratura che occorre fornire “la prova”, non una generale (come quella che conferma che le strutture sanitarie hanno adottato controlli) ma proprio verificare se su quel singolo caso sono stati attuati. Devo dire che su questo confronto ci siamo attrezzati come medicina legale e vediamo le prime risposte positive della magistratura che riconosce un’assenza di responsabilità». È l’esempio portato sull’attualità dalla professoressa Frati.
Il convegno ha visto molti punti di vista e nuove modalità di apprendimento. «Tanta dottrina, formare ma aprire anche un dialogo costruttivo – conclude Frati -. Voglio ancora sottolineare l’importanza della formazione: l’ambito medico si deve formare, è una continua crescita e l’accademia deve avere un ruolo fondamentale. Devo dire che quest’anno questo convegno ha visto la sinergia di società importanti nell’ambito medico-legale. Ringrazio la SIMLA con il prof. Introna, la FAMLI con il prof. Dell’Erba e la COMLAS con la dottoressa Palermo. Ringrazio Vimercati con la FISM e Filippo Anelli, con tutta la FNOMCeO. Mi sembra che stiamo centrando questa idea di formazione multidisciplinare».
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La gestione della pandemia è stata al centro dell’evoluzione della medicina legale. Regolare il contenzioso su un caso Covid si è rivelato quanto mai difficile, mancando giurisprudenza a riguardo, e in un periodo concitato come quello degli inizi. Una parte del Convegno è stata così dedicata a quello che si è imparato.
«Parliamo anche – prosegue Fineschi – degli aspetti connessi alla patologia Covid-correlata che è in gran parte relegata alla medicina legale in quanto l’ondata pandemica ha prodotto numero morti e le gestioni medico-legali autoptiche sono state tutte a carico della medicina legale. Declineremo questo tema anche negli aspetti organizzativi, nelle difficoltà che abbiamo avuto nel primo periodo e a quanto la medicina legale con la diagnostica su cadavere ha potuto contribuire alla conoscenza del fenomeno Covid e anche come ha modificato le terapie in un momento in cui poco si sapeva del virus».
Un’occasione di formazione apprezzata da tutti i colleghi. «È stato affrontato il tema della formazione continua – conclude Fineschi -. Essere formati per un medico significa essere pronto a rispondere alle esigenze che la quotidianità ci propone e dire che la formazione così come è possibile fare, è un ruolo fondamentale è un fulcro che regge la scientificità dell’agire medico».
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