Il segretario della Federazione degli Ordini dei Medici ricorda scadenze e adempimenti per non incappare in spiacevoli conseguenze. Poi guarda al futuro del sistema ECM
Ancora sei mesi per recuperare i trienni formativi 2014-2016 e 2017-2019. Poi, «gli Ordini applicheranno la legge». Torniamo a parlare di formazione ECM con Roberto Monaco, segretario della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, che ricorda le scadenze previste dalle delibere adottate dalla Commissione nazionale per la formazione continua per consentire a tutti i medici e i professionisti sanitari di mettersi in regola con l’obbligo.
Poi, come sottolinea Monaco ai nostri microfoni, sarà compito degli Ordini controllare chi non risulterà in linea con i crediti richiesti e, «com’è giusto che sia, iniziare a fare quello che la legge gli impone di fare». Legge che, lo ricordiamo, prevede un illecito disciplinare che può andare dall’avvertimento alla sospensione, oltre ad una serie di ulteriori conseguenze che si ripercuotono sulla professione.
«Il sistema ECM – aggiunge il segretario della FNOMCeO – è importantissimo, perché medici e professionisti sanitari devono essere formati per poter erogare ai cittadini prestazioni di qualità. Tuttavia secondo noi è un sistema un po’ datato, che va aggiornato alla luce di tutto quello che è successo in questi anni dal punto di vista tecnologico, strumentale, diagnostico. Anche la pandemia – prosegue – ci ha permesso di scoprire nuove tipologie di formazione. Pensiamo ai webinar, ad esempio, che adesso la fanno da padrone».
Dopo un anno e mezzo «devastante per la professione», che ha permesso di «tenere in piedi il Sistema Sanitario Nazionale», e in cui «la FNOMCeO si è necessariamente dovuta concentrare su aspetti fondamentali per affrontare l’emergenza, dalla carenza di mascherine al ripensamento del ruolo del medico», si inizia a pensare al futuro. «Finalmente – aggiunge Monaco –, perché significa che stiamo uscendo dalla pandemia e possiamo rientrare nell’ordinarietà».
Il futuro dell’ECM allora passa dalla Commissione che si sta occupando della riforma del sistema: «Bisogna trovare il modo per soddisfare i bisogni formativi di tutte le dieci professioni sanitarie che rientrano nel programma di Educazione Continua in Medicina e che siedono al tavolo – spiega Monaco – e ragionare su incentivi da garantire ai professionisti che si formano», conclude.
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