Leopoldo Pizzetti, studente promotore della Consulta: «È un organo consultivo e non vincolante dell’Ordine degli Psicologi che favorirà la sinergia tra il mondo della formazione e quello professionale
Eliminare il 3+2, a favore di una laurea quinquennale e regolamentare i tirocini, prevedendo un rimborso spese adeguato ed un’offerta formativa omogenea su tutto il territorio nazionale. Sono questi i primi due impegni di cui si farà promotrice la neonata Consulta degli Studenti di Psicologia, un organismo voluto dall’Ordine per favorire la sinergia tra mondo della formazione e mondo della professione.
«È un organo consultivo e non vincolante dell’Ordine degli psicologi», spiega Leopoldo Pizzetti, studente della facoltà di psicologia di Firenze e promotore della Consulta. «Il nostro primo obiettivo sarà puntare all’eliminazione del 3+2. Il percorso di formazione degli psicologi è uno dei più lunghi in assoluto. Prima tre anni ed una tesi finale da preparare ed esporre. Poi, altri due per completare un percorso di studi che, altrimenti, non avrebbe alcuno sbocco professionale. Ancora due tirocini di sei mesi ciascuno e l’esame di Stato per ottenere l’abilitazione professionale. E chi vuole diventare psicoterapeuta ha altri 4 anni di scuola di psicoterapia davanti a sé». Calcolatrice alla mano, gli studenti più brillanti completeranno la loro formazione in 10 anni, gli altri dovranno attendere almeno 12 anni prima di avere una vera esperienza lavorativa.
Sì perché nemmeno l’esperienza post-laurea del tirocinio assomiglia in tutto e per tutto ad un impegno professionale. «Non sono retribuiti – sottolinea il promotore della Consulta – né tantomeno regolamentati. Questo si traduce in un’offerta formativa diversa da territorio a territorio. Per questo, il secondo obiettivo su cui ci impegneremo sarà proprio quello di promuovere la retribuzione e la regolamentazione dei tirocini post-laurea». La Consulta è stata inaugurata nel mese di marzo da un primo nucleo di sedici studenti, rappresentanti di diversi atenei italiani: «L’obiettivo ora – aggiunge Pizzetti – è allargarne la composizione, prevedendo un portavoce per ogni Facoltà di psicologia presente in Italia, in tutto poco più di trenta».
Ogni ateneo avrà dunque il suo diretto delegato: «Come rappresentante degli studenti di psicologia dell’università di Firenze – commenta Pizzetti – sono impegnato ogni mercoledì in un incontro con il mio gruppo studentesco, durante il quale vengono discussi tutti i problemi della facoltà, relativi sia alla formazione che al successivo accesso al mondo del lavoro».
Trovare uno sbocco professionale adeguato è, infatti, uno dei problemi più sentiti tra i neolaureati. Il divario tra domanda e offerta nel mercato del lavoro è enorme: in Italia ci sono 110 mila psicologi e 60 mila studenti, mentre in tutta Europa gli psicologi sono 300 mila. Numeri che rendono difficile la realizzazione dei sogni di molti studenti, nonostante abbiano affrontato un lungo percorso formativo ed accettato tirocini non retribuiti.