FederSpecializzandi: «Quasi 17mila colleghi, su circa 25mila, hanno espresso il proprio parere sulla scuola che frequentano. È un risultato eccezionale che dovrebbe essere utilizzato come elemento di valutazione ai fini dell’accreditamento»
Per la prima volta, gli specializzandi dicono la loro sulla qualità della formazione offerta dalle scuole di specializzazione che frequentano. Ma anche sulla disponibilità dei servizi, dei periodi in rete formativa o all’estero, dei diritti di malattia, maternità, orario di lavoro, dei doveri di dover raggiungere determinati standard di autonomia. Su 25mila specializzandi, 17mila hanno risposto ad un questionario di 84 domande preposto dall’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica. Ed è emerso che 105 scuole non raggiungono la sufficienza sull’aspetto formativo: 43 di area chirurgica, 40 di area medica e 22 dell’area dei servizi. Un risultato «sottostimato rispetto alla totalità dei voti negativi», sottolinea FederSpecializzandi, «dato che dal computo sono state escluse le scuole che non hanno ricevuto l’accreditamento o i contratti».
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«L’attuazione dei sistemi di valutazione dettati dal DIM 402/2017 ha dato una svolta di oggettività nella valutazione delle scuole – scrive FederSpecializzandi sul suo sito -, anche se limitata al “contenitore”: pur con margini di miglioramento, la valutazione, infatti, indaga gli standard strutturali fondamentali, la capacità assistenziale e i requisiti scientifici e disciplinari che devono essere garantiti per tutti coloro che si iscrivono. Ma non basta: è inutile infatti avere reparti con buoni volumi o strutture d’eccellenza se poi non vi si ruota e se i tutor della rete formativa non seguono gli specializzandi».
«Purtroppo – prosegue la Federazione -, nonostante le nostre insistenze, non essendo stato il questionario compilato da tutti gli specializzandi per quest’anno non è stato utilizzato come elemento di valutazione e non è entrato nel merito finale dell’accreditamento. Tuttavia è stata lasciata traccia del parere degli specializzandi nei decreti di accreditamento. In calce alle delibere di quelle Scuole che hanno avuto giudizio negativo da parte degli specializzandi compare la frase “dall’analisi delle opinioni degli specializzandi iscritti alla Scuola, rilevate tramite questionario di valutazione, sono emerse talune criticità, rispetto alle quali l’Osservatorio nazionale si riserva ulteriori approfondimenti, anche tramite site visit. A tal proposito si invita l’Ateneo ad adottare le azioni di competenza finalizzate al continuo miglioramento della qualità della Scuola”».
«Riteniamo in ogni caso che per dare il giusto peso a questo passaggio storico, con il quale finalmente si inizia a raccogliere istituzionalmente la voce degli specializzandi, sia fondamentale la massima trasparenza, per informare tutti coloro che anche in un futuro rischiano di scegliere una Scuola al buio – prosegue FederSpecializzandi -. Ci auguriamo inoltre che queste prime informazioni possano stimolare seriamente un processo di miglioramento qualitativo: lo scopo del questionario non è infatti quello di stigmatizzare certe Scuole bollandole negativamente, ma è quello di far emergere disagi concreti da parte degli specializzandi e risolvere insufficienze formative. Ci è stato positivamente segnalato che diverse Scuole hanno già avviato confronti con tutti gli specializzandi, risolvendo alcune criticità legate, ad esempio, all’organizzazione delle rotazioni o alla pianificazione delle attività didattiche».
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