Formazione 3 Settembre 2021 18:21

Test Medicina, caos Green pass a Bologna: 14 candidati esclusi nonostante il certificato

A Sanità Informazione le testimonianze del “cerchio degli esclusi”: «Oggi sono stati calpestati i nostri diritti. Siamo pronti a ricorrere alle vie legali»

di Isabella Faggiano

L’ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università di Bologna 2021 potrebbe passare alla storia come il test delle stranezze, per usare un eufemismo. O almeno, questa è l’impressione che si ha parlando con i candidati che sono stati “esclusi” ancor prima di entrare.

Ludovica ed il Qr code illeggibile

Ludovica, 19 anni, prima di raccontare la sua storia alle telecamere di Sanità Informazione si asciuga le lacrime e, pur essendo all’aperto e a debita distanza di sicurezza, preferisce tenere la mascherina per coprire la sua espressione di amara tristezza. «Sono rimasta fuori perché il Qr code del mio Green pass è risultato illeggibile. È davvero l’ultimo problema che credevo di dover affrontare, considerando che ho utilizzato lo stesso Green pass, ottenuto con regolare vaccino, meno di 48 ore fa», aggiunge.

Il compagno della madre di Ludovica è immediatamente accorso in suo aiuto, portandole tutta la documentazione Asl cartacea, incrociata a tessera sanitaria e documento di identità. «La mia corsa verso la Fiera di Bologna (dove si sono svolti i test) non è servita a nulla – racconta l’uomo -. Le hanno ugualmente vietato l’ingresso. Ho suggerito di contattare direttamente la Asl di competenza per validare il certificato di vaccinazione, ma si sono rifiutati».

E così, nel giro di qualche decina di minuti, Ludovica ha visto sfumare il suo sogno di diventare una neuropsichiatra infantile, desiderio che coltivava da quando aveva soli otto anni. «Ma non mi arrendo – assicura la giovane -. Tenterò il prossimo anno. E ancor prima, tenterò ogni strada, anche legale, per far valere i miei diritti che oggi sono stati calpestati».

«Siamo pronti a fare ricorso»

E dopo di lei, la fila dei candidati “rifiutati” continua. C’è chi ha fatto la prima dose da poco e per una lentezza burocratica non ha ancora ottenuto il codice necessario a scaricare il Green pass: «Ieri ho effettuato anche un tampone molecolare, risultato negativo. Ma anche di questo – racconta il giovane – non ho ricevuto il codice. Il certificato di negatività non è stato sufficiente ad aprirmi le porte di ingresso. Ho già contattato i miei genitori e – assicura – siamo pronti a procedere ad un ricorso. Intanto, tra qualche giorno tenterò i test per le professioni sanitarie, sperando di non trovarmi nuovamente la strada sbarrata per i medesimi motivi».

Per Ornella, invece, sarebbe dovuta essere la seconda opportunità. Ma anche per lei è finita ancor prima di cominciare. «Non ho la cittadinanza italiana e, di conseguenza, neanche il Green pass, nonostante sia regolarmente vaccinata. In questi mesi ho tentato di ottenerlo e, non essendoci riuscita, le autorità competenti mi avevano assicurato che sarebbe stato sufficiente un tampone molecolare negativo effettuato entro le 24 ore precedenti. Ma così non è stato. Per questo sono pronta a fare ricorso, forte anche del sostegno e della testimonianza di tutti gli altri giovani che hanno subìto la mia stessa ingiustizia».

«Uso il Green pass ogni giorno per lavorare alla Asl, qualcuno dovrà darmi spiegazioni»

A chiudere la fila, una giovane operatrice sanitaria, la più incredula di tutti. «Lavoro presso una Asl di questa stessa regione e il certificato che attesta la mia guarigione dal Covid-19 e la dose di vaccino effettuata che mi consente tutti i giorni di varcare la soglia dell’azienda oggi non mi ha permesso di oltrepassare quella della Fiera di Bologna. Credo che chi di dovere dovrà darmi più di una spiegazione», sottolinea l’aspirante camice bianco.

Il sostegno di Consulcesi

A confortare il “cerchio” degli esclusi c’è il dottor Stefano Clerici, consulente legale di Consulcesi: «Il nostro studio legale valuterà e vaglierà nelle prossime ore le eventuali irregolarità riscontrate per tutelare questi giovani nel migliore dei modi. Quattordici ragazzi esclusi sono senz’altro un campanello di allarme. Per questo manteniamo alta l’attenzione, qui a Bologna e in tutte le altre città d’Italia».

L’Università di Bologna, che abbiamo provato a contattare più volte per chiedere spiegazioni di quanto accaduto, non ha risposto alle nostre telefonate.

 

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