Dal 2023 l’accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia sarà regolato dal sistema TOLC (Test Online CISIA), gli studenti: «Potrà essere tentato due volte in un anno, aumentando le possibilità di successo. Eseguirlo da casa permette di tenere a bada l’ansia da prestazione». I contrari, pochi ma con le idee chiare: «Aumenteranno i tentativi, ma anche i concorrenti. La vera soluzione è abolire il numero chiuso»
Promosso a pieni voti. È questo il giudizio espresso dalla maggior parte degli aspiranti camici bianchi sul sistema TOLC (Test Online CISIA), il nuovo metodo attraverso cui, dal prossimo anno, sarà regolato l’accesso alle facoltà di Medicina e Chirurgia di tutta Italia.
Sono due le principali novità che hanno spinto gli studenti, intervistati da Sanità Informazione, in occasione dei test 2022 tra gli atenei di Napoli, Roma e Milano, ad accogliere con favore l’introduzione di questo nuovo metodo di selezione: «Grazie al TOLC il test potrà essere tentato due volte in un anno, aumentando le possibilità di successo – commentano molti degli studenti intervistati -. La possibilità, poi, di poterlo eseguire da casa abbassa notevolmente l’ansia da prestazione».
Tra i lati negativi, evidenziati da una minoranza di aspiranti medici che ha partecipato al concorso dello scorso 6 settembre, c’è il numero chiuso: «Avere l’opportunità di concorrere al test d’ingresso più volte in un anno offre l’illusione di avere più possibilità di accesso – spiegano -. Solo un fattore è realmente determinante da questo punto di vista: il numero dei posti a disposizione. Seppure eliminare il numero chiuso non è ipotizzabile per l’impossibilità di accogliere nelle aule italiane di Medicina e Chirurgia chiunque ne faccia richiesta, sarebbe auspicabile aumentare la quantità di posti attualmente a disposizione, rispondendo così anche alla carenza di personale nel Sistema Sanitario Nazionale», suggeriscono alcuni.
Sull’argomento una concorrente intervistata davanti all’università Federico II di Napoli, ha le idee molto chiare: «Credo che sia arrivata l’ora di abolire il numero chiuso alla facoltà di Medicina e Chirurgia, così da poter rispondere nel giro di poco all’evidente carenza di medici. La scrematura – suggerisce – va fatta nel corso degli anni, direttamente nelle aule università, perché è sul campo che emergono le vere capacità e non nei 100 minuti che si hanno a disposizione per lo svolgimento del test d’ingresso». «Studiare è un diritto – le fa eco un altro giovane aspirante camice bianco -. Per questo sono contrario al numero chiuso e totalmente convinto che tutte le università debbano essere a numero aperto».
Il sistema TOLC non è una novità assoluta, poiché è stato già ampiamente sperimentato in diverse facoltà italiane da alcuni anni. Attraverso questo sistema gli studenti potranno misurarsi con le proprie capacità due volte all’anno a partire dal quarto anno delle scuole superiori. «E se le possibilità raddoppiano o quadruplicano potrebbe aumentare di pari passi anche il numero delle persone che proveranno ad accedere», dice una giovane esternando i suoi timori. «Il numero dei candidati annuali lieviterà inevitabilmente perché avranno accesso al test gli studenti dai 16 anni in su e non solo coloro che hanno già conseguito la maturità», fa notare uno studente. «E – aggiunge un’altra – i punteggi dei primi in classifica potrebbero diventare ancora più alti, facendo diminuire le possibilità di accesso a coloro che totalizzano un punteggio medio o medio-basso».
Aldilà delle critiche e degli apprezzamenti c’è chi definisce questo cambiamento “inevitabile”, una trasformazione al passo coi tempi: «Il test online è più in linea con la nostra generazione – racconta un giovane aspirante medico -. Noi siamo cresciuti e ci siamo formati attraverso le simulazioni al pc, i test eseguiti online comodamente seduti sulla poltrona di casa nostra. Lo schermo di un computer ci mette a nostro agio, ci fa sentire al sicuro. Quando abbiamo un foglio tra le mani temiamo sempre di perderlo». Oggi, osservare un giovane della Gen Z scrivere un lungo testo completamente a mano potrebbe ricordare la lentezza con cui, nei primi anni dell’800, gli scrittori dell’epoca battevano, nella maggior parte dei casi utilizzando un solo dito per vola, sulle tastiere delle prime macchine da scrivere.
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