All’uscita dal test di ingresso alle Scuole di specializzazioni mediche gli studenti commentano la prova appena affrontata. Tra chi vuole rimanere in Italia e chi sogna una carriera all’estero, l’entusiasmo per il futuro non viene minato dall’assenza del numero definitivo di borse finanziate
Futuri chirurghi, odontoiatri, ginecologi e dermatologi, che sognano un lavoro in Italia ma che guardano, con realismo, alle opportunità che andare all’estero può offrire loro. Sono i giovani medici alle prese con il test di ingresso alle Scuole di specializzazione medica e che Sanità Informazione ha incontrato all’esame.
La prova che si è svolta martedì 2 luglio ha coinvolto 18.773 candidati. Il test è stato giudicato più difficile rispetto all’anno precedente. «Nel complesso molte nozioni, – racconta uno studente appena uscito dall’aula – forse un po’ troppe, mi aspettavo un po’ più di ragionamento clinico». Opinione condivisa tra gli esaminati. Tuttavia, le difficoltà della prova hanno lasciato il passo alle speranze. Tra i futuri specialisti c’è chi vorrebbe diventare chirurgo maxillo-facciale, chi punta alla medicina nucleare e chi ha riprovato il test una seconda volta per coronare il proprio sogno: ginecologia. I neo medici si dividono tra coloro i quali vorrebbe coltivare la propria carriera in Italia e chi, più critico, non vede un futuro nel Sistema sanitario nazionale. «Non credo ci sia qualcuno che voglia rimanere in Italia – spiega uno studente che sogna di specializzarsi in medicina d’urgenza ed entrare nell’organizzazione internazionale Medici Senza Frontiere – . Siamo abbastanza sfruttati, trattati come gli ultimi arrivati». «Mancano i chirurghi generali in Italia e si vede tanto negli ospedali», fa eco una studentessa. Perché? «Tripli turni, quadrupli turni e tanto stress anche per gli specializzandi che non dovrebbero avere responsabilità, ma alla fine ce l’hanno».
Quest’anno il test si è svolto all’insegna delle polemiche. Il ritardo del Miur nell’indicazione del numero di borse finanziate ha generato malumore, soprattutto tra le associazioni di categoria. Al momento le borse finanziate dallo Stato dovrebbero essere 8 mila, il 30% in più rispetto al 2018, ma a queste vanno aggiunte le borse direttamente finanziate dalle Regioni. «Sono certa che il Miur pubblicherà l’elenco dei posti di specializzazione al più presto, perché il nostro non è un lavoro, ma una scelta di vita. Siete il futuro del nostro Servizio sanitario nazionale», rassicura i giovani medici il ministro della Salute Giulia Grillo attraverso un post Facebook in cui esordisce con un in bocca al lupo a tutti gli studenti impegnati nella prova.
«Vi sono vicina – continua il ministro nel video – ho vissuto anche io questo momento, so quanto è importante per chi decide di intraprendere una carriera così lunga e difficile, come quella del medico, così piena di ostacoli, purtroppo, nel nostro Paese». Ma «sono orgogliosa del lavoro fatto finora perché siamo riusciti ad aumentare le borse per le scuole di specializzazione di 1800 unità rispetto allo scorso anno che in valore assoluto è l’aumento più grande negli ultimi 3 anni; siamo riusciti anche ad aumentare le borse per la medicina generale, quindi ad arrivare a 2093 borse. Sicuramente si può e si deve fare di più, ma è un grande risultato rispetto a quello che purtroppo non è stato fatto in passato; noi in politica un po’ ci piace paragonarci ai contadini, seminiamo oggi per raccogliere domani, oggi purtroppo non posso raccogliere quello che non hanno fatto in passato ma sicuramente nei prossimi anni raccoglieremo i frutti di ciò che abbiamo fatto questo anno».