Lavoro e Professioni 24 Gennaio 2018 17:21

Tristi, insicuri e insoddisfatti: è il ritratto degli adolescenti iper-connessi. L’esperto: «In realtà dipende da come si usa il web»

Professor Tonioni, responsabile dell’area delle dipendenze comportamentali del Policlinico Gemelli di Roma: «La tristezza è causata dalla solitudine; il problema è l’assenza genitoriale»
Tristi, insicuri e insoddisfatti: è il ritratto degli adolescenti iper-connessi. L’esperto: «In realtà dipende da come si usa il web»

Gli adolescenti che svolgono attività off line sono più felici e sicuri di quelli sempre connessi alla rete. È il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Emotion condotto per cinque anni dall’Università della Georgia su più di un milione di ragazzi americani tra i 13 e i 18 anni. Gli studiosi hanno chiesto agli adolescenti quanto una serie di attività li rendesse felici, incrociando poi le risposte ricevute con il tempo impiegato dai ragazzi in quelle attività. È quindi emerso che più tempo si passa in attività on line, più si è insoddisfatti del tempo speso in quella attività: navigare in internet è risultata l’attività più frustrante, seguita dai video game, i social media e le chat. Anche leggere notizie on line e guardare la tv crea disagio nei ragazzi. Al contrario, le attività che più sembrano soddisfarli e in cui si sentono più bravi sono, sorprendentemente, fare i compiti a casa, leggere giornali e magazine cartacei, le attività religiose, incontrare gli amici e, su tutti, fare sport e attività fisica.

I meno felici, secondo lo studio, sono quelli che spendono minimo 40 ore a settimana su internet e social media. Quelli che invece spendono più di cinque ore al giorno al cellulare sono in genere due volte più infelici e insoddisfatti di chi spende davanti lo schermo al massimo un’ora al giorno. L’obiettivo dello studio era comprendere quanto il boom dei device mobili abbia compromesso la stabilità psicologica e la felicità degli adolescenti: il 2012 infatti, anno in cui lo studio ha preso il via, è quello in cui per la prima volta la diffusione di smartphone e tablet ha coinvolto più del 50% degli adolescenti americani, arrivando al 73% nel 2015 e all’89% nel 2016. All’aumentare della diffusione dei device, conclude la ricerca, aumentano anche infelicità e insicurezza dei ragazzi.

«Ma internet e la dimensione on line non causano nulla da un punto di vista clinico». Il professor Federico Tonioni, responsabile dell’area delle dipendenze comportamentali del Policlinico Gemelli di Roma, commenta così a Sanità Informazione i risultati della ricerca americana. «Se gli adolescenti sono depressi non è perché usano molto il telefonino ma perché si sentono soli, e di questo sono responsabili i genitori e l’ambiente in cui vivono. I bambini – prosegue – crescono con tablet, smartphone e console perennemente in mano, perché sono ottimi babysitter, mentre i genitori non condividono con loro alcuna attività. I problemi che si possono avere da ragazzi nascono tutti lì, perché l’adolescenza è il megafono dell’infanzia. Non è importante se l’attività è svolta dentro o fuori, ma se viene fatta in modo condiviso».

«Gli adolescenti hanno il diritto ad essere iperconnessi, magari avessi avuto io il cellulare o il tablet da ragazzo! Poi, certo, i genitori hanno il dovere di stabilire delle regole per arrivare ad un compromesso con i ragazzi senza per far accumulare rabbia nei figli. Ma non c’è un legame tra felicità e attività all’aperto o infelicità e iperconnessione», conclude.

Articoli correlati
Più di 4 ore al giorno sullo smartphone mette la salute degli adolescenti a rischio
Gli adolescenti che utilizzano lo smartphone per più di 4 ore al giorno hanno un rischio maggiore di sviluppare disturbi di salute mentale o di fare uso di sostanze pericolose. A far emergere questa preoccupante associazione è stato uno studio coreano pubblicato su Plos One
Tablet e smartphone per calmare i bambini? Così si impedisce ai piccoli di imparare a gestire le emozioni
Mettere i propri figli davanti allo schermo di un tablet o di uno smartphone per calmarli e farli smettere di piangere può avere conseguenze durature sulla capacità dei bambini di gestire le emozioni
Iperconnessione: dipendenza o diritto? Ecco quando diventa un problema (e quando no)
Lo psichiatra esperto in dipendenze Federico Tonioni (Gemelli): «I social network e l’interattività digitale sono la nuova realtà. Sbagliato demonizzarli tout court»
Bambini e tablet: ecco perché i genitori non sanno dire di no
Le regole dello psicologo: «Non usare i device poco prima di andare a dormire, concederne l’utilizzo in interazione con l’adulto, monitorare i contatti virtuali»
di Isabella Faggiano
Gli smartphone possono capire quando sei ubriaco da come cammini
Uno studio dell'Università di Pittsburgh ipotizza l'uso degli smartphone per ricevere un avviso quando si è troppo ubriachi per guidare
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Settimana dell’Immunizzazione, Oms: “Vaccinare tutti è umanamente possibile”

L'edizione 2025 della Settimana mondiale dell'immunizzazione esaminerà non solo ciò che i vaccini fanno per migliorare la vita oggi, ma anche ciò si può ottenere nei prossi...
Prevenzione

Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, Sin: “Proteggere il cucciolo d’uomo sin dalla nascita”

La SIN ribadisce le misure fondamentali di protezione per i neonati da virus e batteri per una crescita in salute e al riparo da rischi di infezioni
Nutri e Previeni

Alimentazione, la dieta africana ‘spegne’ l’infiammazione

Allo studio hanno partecipato 77 uomini sani della Tanzania, alcuni sono passati a una dieta occidentale per due settimane, altri ad una africana tradizionale
Prevenzione

Contro le patologie respiratorie la vaccinazione è la via maestra

La vaccinazione rappresenta la strada d’elezione per prevenire e controllare le patologie virali. Le Raccomandazioni di quattro società scientifiche sulla prevenzione delle patologie resp...
Advocacy e Associazioni

Tumore al seno: tossicità finanziaria per il 38% delle donne, 70% affronta spese extra per le cure

Presentati a Roma i risultati del sondaggio su 585 pazienti realizzato da ANDOS e C.R.E.A. Sanità, per indagare gli effetti collaterali della malattia in termini umani, organizzativi, economici...