Al Brancaccio, il confronto tra 900 studenti e la Ministra Fedeli. Giovanna Mascheroni, coordinatrice dello studio ‘EU Kids On line’: «Non solo ore trascorse on line ma anche contenuti utilizzati per valutare la dipendenza da internet. È fondamentale che siano i ragazzi ad insegnare l’uso corretto della rete»
Ragazzi iperconnessi? In realtà l’uso eccessivo di internet, cellulari e applicazioni di ogni genere riguarda anche gli adulti. «Quante volte capita di sentirsi a disagio quando non si può andare on line, non si possono scaricare le email o non si è connessi a WhatsApp?», si chiede la dottoressa Giovanna Mascheroni, ricercatrice presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatrice dello studio ‘EU Kids On line’.
In occasione del Safer Internet Day, celebrato in contemporanea in oltre 100 stati di tutto il mondo per far riflettere i ragazzi sull’uso consapevole della rete, il monito della ricercatrice è rivolto anche ai più grandi: «Anche gli adulti sono vittime di questo comportamento negativo – prosegue – ma per una valutazione generale del rapporto che si ha con la rete è necessario combinare diverse misure».
La dipendenza da internet (IAD o Internet Addiction Disorder) non si valuta più infatti solo in base al numero di ore trascorse on line, ma in base ai contenuti che vengono utilizzati: «La dipendenza – precisa la dottoressa Mascheroni – non viene più misurata quantitativamente ma qualitativamente. Il dato della ricerca ‘Eu Kids On line’ che più preoccupa è la crescita del numero di ragazzi che ha avuto un’esperienza negativa su internet. Rispetto al 2010 e al 2013, restano abbastanza stabili il bullismo e il cyberbullismo, ma crescono altri rischi legati alla violenza verbale, all’hate-speech e all’esposizione a contenuti di carattere sessuale. Ovviamente – continua – la crescita del rischio è legata da un lato all’aumento dell’utilizzo di internet e dall’altro alla maggiore presenza di questi contenuti in rete».
«Oggi assistiamo ad una modalità di comunicare in rete abbastanza ostile che ha delle conseguenze importanti sui ragazzi: molti di loro non si sentiranno più a loro agio a discutere di problemi sociali o politici, temendo di essere subito attaccati e bersagliati da un’aggressività costante. In particolare – specifica – questo può essere un problema per quei ragazzi che in determinati momenti della loro vita si rifugiano on line per scappare dai problemi della vita reale, dalle insicurezze e dalle difficoltà di tutti i giorni».
Cosa fare quindi per educare giovani e meno giovani ad utilizzare internet in modo corretto, sfruttando le immense opportunità che offre e limitare il più possibile i problemi che ne possono derivare? «Sicuramente tramite l’educazione al rispetto degli altri – risponde la dottoressa Mascheroni -. E in questo ricopre un ruolo fondamentale non solo la scuola e la famiglia ma anche il gruppo di pari, particolarmente efficace proprio perché la raccomandazione non viene da un adulto. Dal mio punto di vista è molto importante la figura dei ragazzi che all’interno delle scuole si fanno promotori di un uso responsabile della rete e testimoni del rispetto per gli altri».
È proprio questo uno degli obiettivi che il Safer Internet Day intende raggiungere: far riflettere sul ruolo attivo e responsabile che ogni ragazzo può giocare per una navigazione positiva e sicura. L’evento nazionale si è svolto al Teatro Brancaccio di Roma alla presenza di circa 900 studenti e della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. La giornata ha visto il coinvolgimento attivo di ragazzi ed esperti che si sono confrontati sull’utilizzo del web. In programma, inoltre, una performance speciale sul tema del bullismo degli studenti dell’Istituto comprensivo Largo Oriani di Roma e la presentazione del video dei ‘Super Errori’, i cartoon della campagna nazionale lanciata da Generazioni Connesse. Sette personaggi, uno per ogni rischio sulla Rete: Chat Woman, l’Incredibile Url, l’Uomo Taggo, la Ragazza Visibile, Silver Selfie, Tempestata e Il Postatore Nero. Infine, sul palco del Brancaccio è salita Marta Pagnini, capitano della Nazionale italiana di ginnastica ritmica e ambassador di ‘Campioni di Fair Play: percorso valoriale per la diffusione dei valori educativi dello sport, fair play e lotta al bullismo/cyberbullismo’.