Ogni anno 18mila potenziali ricorrenti e migliaia di riammissioni bocciano il Numero Chiuso. Il presidente Massimo Tortorella «Duemila iscritti in meno scoraggiati dal sistema anti-meritocratico. Vigileremo sulla regolarità della prova in tutte le università italiane»
«Anche quest’anno il sogno di oltre 50mila giovani rischia di infrangersi in 100 minuti davanti ad un test a crocette». Lo afferma il presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella, commentando le 66.638 iscrizioni alla prova selettiva per accedere alla facoltà di Medicina a fronte di 13.072 posti disponibili. «Rispetto a lo scorso anno ci sono 2mila iscrizioni in meno e 1500 posti in più, nonostante questo, solo uno su cinque ce la farà. Ciò che fa discutere resta la modalità di selezione che a nostro avviso ha scoraggiato molti ragazzi nonostante l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 abbia messo in evidenza da una parte l’importanza della missione che portano avanti i medici e dall’altra le carenze organiche. Ogni anno – evidenzia Tortorella – il test si svolge tra irregolarità e disparità di ogni tipo che rendono la selezione tutt’altro che meritocratica, alimentando migliaia di ricorsi».
Lo scorso anno, proprio mentre si attendeva l’uscita delle graduatorie, Consulcesi ha ottenuto l’immatricolazione di 250 ricorrenti con una sentenza del Consiglio di Stato che aveva dato l’ennesima spallata al Numero Chiuso. «Solo negli ultimi anni sono stati riammessi migliaia di studenti esclusi ingiustamente dopo i test – continua Tortorella – e ogni anno, secondo le nostre stime, ci sono mediamente 18mila potenziali ricorrenti. Le anomalie riguardano suggerimenti e movimenti sospetti durante la prova, persone che potevano uscire liberamente, utilizzo di smartphone o altri device, membri della commissione che parlavano con i candidati, plichi manomessi, favoritismi. Una situazione diffusa in tutto il Paese: nel 2019 abbiamo ricevuto segnalazioni di irregolarità da 27 dei 41 atenei in cui si sono svolti i test».
Il Presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella, conclude chiedendo la revisione delle modalità di accesso a Medicina attraverso la creazione di percorsi selettivi all’interno del primo anno accademico e annuncia: «Anche il 3 settembre saremo presenti in tutte le università italiane in cui si svolgeranno i test di Medicina al fianco dei candidati e pronti a vigilare sulla regolarità della prova. Ogni anno, a molti studenti meritevoli viene negato il diritto allo studio, a causa di un sistema che giudica le capacità sulla base di un test che palesa irregolarità ed illeciti. Questo conferma che il sistema è inadeguato a selezionare meritocraticamente la classe medica del futuro, a discapito non solo degli studenti, ma anche del Servizio sanitario nazionale e dunque della salute dei cittadini».
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