Nella bozza del protocollo di intesa tra ministero e sindacati le possibilità per il ritorno a scuola il 14 settembre. Su obbligo mascherine per gli studenti si attende fine agosto. Azzolina: «Stiamo costruendo decreto per ripartire l’organico a tutte le regioni»
Si torna a scuola con accessi contingentati, test sierologici, mascherine e un medico di sorveglianza. Oggi il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, a Firenze per il tavolo toscano sulla ripresa delle attività, ha assicurato che il 14 settembre i ragazzi saranno in aula. Le misure da adottare sono tutte nella bozza del protocollo di intesa a cui Miur e sindacati hanno lavorato per garantire l’avvio dell’anno scolastico.
Sì, allora, ai test sierologici. Non solo per il personale scolastico, ma anche per gli studenti, selezionati a campione. Per farlo sarà «attivata la collaborazione istituzionale con il Ministero della Salute, il Commissario straordinario e l’Autorità garante per la protezione dei dati personali, affinché si dia l’opportunità di svolgere test sierologici per tutto il personale scolastico in concomitanza con l’inizio delle attività didattiche nonché di effettuare test a campione per la popolazione studentesca con cadenza periodica». Il test sarà volontario, gratuito e si svolgerà nelle strutture di medicina di base, non nelle istituzioni scolastiche.
A tutto il personale scolastico «prima dell’ingresso, potrà essere effettuato il controllo della temperatura corporea, attraverso dispositivi attualmente disponibili sul mercato, idonei alla misurazione, avendo cura di scegliere quelli che non espongono le persone al contagio». Nella bozza del protocollo d’intesa è previsto, inoltre, che sia il dirigente scolastico a individuare il personale addetto e formato a questo scopo. Con una «temperatura superiore ai 37,5°, non sarà consentito l’accesso a scuola». Per il ritorno di membri del personale o studenti già risultati positivi a Covid-19, il documento prevede una comunicazione preventiva che certifichi «l’avvenuta negativizzazione del tampone» secondo le modalità previste.
Al centro, ancora, «l’individuazione in tutte le scuole del medico competente che effettui il servizio di sorveglianza sanitaria». Obbligatorie all’interno di tutte le scuole mascherine e precauzioni igieniche. Nell’ultima settimana di agosto «il Comitato Tecnico Sanitario si esprimerà in ordine all’obbligo di utilizzo di Dpi da parte degli studenti». Per farlo, dovranno essere individuati dispositivi adatti all’attività svolta a scuola, «nel rispetto dello stato psicofisico e delle diverse fasce di età».
Al dirigente scolastico l’obbligo di comunicare dove dismettere i dispositivi di protezione non più utilizzabili, «che dovranno essere smaltiti secondo le modalità previste dalla normativa vigente». A seconda del grado di istruzione, secondo la bozza, dovranno essere previsti regolamenti specifici, che tengano conto delle disposizioni emanate dall’Oms e dal Ministero della Salute.
«L’accesso agli spazi comuni deve essere contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, per il tempo limitato allo stretto necessario e con il mantenimento della distanza di sicurezza». Il preside dovrà valutare l’opportunità di «rimodulare le attività didattiche nelle aule, eventualmente alternando le presenze degli studenti con lezioni da remoto».
Al vaglio anche palestre e laboratori, utilizzabili secondo modalità che permettano il rispetto del distanziamento e di cui ci si potrà avvalere anche per altre attività didattiche. «Anche l’utilizzo dei locali adibiti a mensa scolastica – si legge ancora nella bozza – è consentito nel rispetto delle regole del distanziamento sociale, eventualmente prevedendo, ove necessario, anche l’erogazione dei pasti per fasce orarie differenziate. Per quanto riguarda le aree di distribuzione di bevande e snack, è compito del Dirigente scolastico definire un regolamento per l’utilizzo che eviti il rischio di assembramento e il mancato rispetto delle distanze di sicurezza».
Infine molta attenzione all’aspetto psicologico di questo cambiamento. Nella bozza del protocollo d’intesa, si promuove il sostegno nel fronteggiare stress, insicurezza, timore del contagio, difficoltà di concentrazione, isolamento e ansia da rientro. Con una convenzione tra Miur e Consiglio Nazionale degli Psicologi si sottolinea l’importanza del supporto psicologico.
«Sarà coordinato dagli Uffici Scolastici Regionali e dagli Ordini degli Psicologi regionali e potrà essere fornito, anche mediante accordi e collaborazioni tra plessi scolastici, attraverso specifici colloqui con professionisti abilitati alla professione psicologica e psicoterapeutica, effettuati in presenza o a distanza». Inoltre, «nei casi in cui i lavoratori siano stati precedentemente contagiati o abbiano vissuto in stretto contatto con soggetti contagiati, potranno essere sottoposti a colloquio psicologico preventivo al rientro in presenza».
«Partiamo da un presupposto – ha voluto chiarire Azzolina -. Dopo anni di tagli alla scuola, i problemi di edilizia scolastica c’erano da prima, non è che sono nati con il coronavirus. Nel momento in cui si stabilisce con il comitato tecnico-scientifico che deve essere mantenuto un metro di distanziamento, noi a quel metro di distanziamento dovevamo dare una risposta, con spazi nuovi, facendo degli interventi di edilizia scolastica leggera all’interno degli spazi scolastici che già abbiamo, e in più l’organico. Queste sono le risposte che noi stiamo dando alle famiglie e ai nostri studenti per ripartire il 14 di settembre – ha concluso -. Noi stiamo già costruendo al Ministero dell’Istruzione il decreto per ripartire l’organico a tutte le regioni d’Italia».
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