Intervista a Bruno Zuccarelli, presidente OMCeO di Napoli
Entra oggi in vigore la legge 15 del 27 febbraio 2014, la quale sancisce che in tutti gli studi professionali dovrà essere consentito il pagamento attraverso carte di debito per importi superiori ai 30 euro.
Una novità che non ha raccolto grande successo tra i professionisti, in particolar modo della sanità. Sul tema Sanità Informazione ha ascoltato il parere del presidente OMCeO di Napoli, Bruno Zuccarelli.
Presidente Zuccarelli, l’obbligo che scatta proprio oggi è un’altra tegola sulla testa dei medici?
Da un lato si tratta di un fatto positivo, perché inserisce un elemento di tracciabilità grazie al quale non si potrà più additare il mondo medico come una categoria professionale a rischio di evasione fiscale. L’evasione è una piaga da combattere, senza dubbio, ed il POS può essere un’arma molto valida. D’altra parte, bisogna comunque ammettere che si tratta anche dell’ennesimo strumento coercitivo che rende i medici sempre più burocrati e li imprigiona nelle maglie di note, circolari, chiarimenti e integrazioni.
Anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha sottolineato l’importanza di adeguarsi al cambiamento purché ci sia il meccanismo giusto per farlo.
Quando parliamo di “dematerializzazione” facciamo riferimento a quelle nuove tecnologie che possono migliorare la funzionalità del nostro lavoro. L’importante è che il professionista non si senta imprigionato in una “gabbia dorata”. Molti colleghi, infatti, si lamentano delle troppe tecnologie che, invece di semplificare, richiedono un maggior impiego di risorse per essere gestite. Credo invece che l’obiettivo da raggiungere sia quello di snellire la burocrazia anche nel settore sanitario, affinché il medico faccia più il professionista e meno il burocrate.